Ma vi rendete conto cosa è successo ieri a Domenica In? Ve ne rendete conto o no? Dargen D'Amico è stato bloccato da Mara Venier mentre cercava di parlare di immigrazione e tutti i giornalisti presenti zitti, muti, nessuno ha fiatato. Nessuno. Per paura di essere fatti fuori dalla Rai. Poi è arrivato Ghali che ha fatto un appello per la Palestina e la Venier a fine trasmissione è stata costretta a leggere un comunicato pro Israele perché dal governo sarà arrivata una telefonata. Ma vi rendete conto? Tutto questo su Rai Uno, sulla Rai pagata da noi contribuenti, sulla Rai che si prende i soldi del canone ma si comporta come una tv commerciale, sulla Rai che fino a prova contraria dovrebbe fare servizio pubblico - SERVIZIO PUBBLICO! - non si possono esprimere opinioni di dissenso, né critiche politiche, no bisogna parlare solo di canzonette perché di questo si tratta.
Fa bene Dargen invece. Fa bene Ghali. Che prendono posizione a costo di perdere ospitate in tv, che si espongono, che si ribellano al fatto che i cantanti devono essere solo dei prodotti di marketing, mucche da mungere in un mercato discografico sempre più con le pezze al culo. Uno può pure non essere d'accordo con loro, può pure pensare che anche loro lo fanno per marketing, ma poco importa: almeno stimolano un dibattito su temi seri e non su cazzate. Ha ragione Ghali: se non si usa così, il palco di Sanremo a cosa serve? Di cosa dobbiamo continuare a parlare, del ballo del qua qua o fare un caso nazionale su Geolier? Da quando è cominciato Sanremo la gente in Italia, non so se ve ne siete resi conto, ha smesso di parlare delle guerre, niente più crisi nel mar Rosso, niente più Ilaria Salis perché ormai non erano più trend. C'è pure stata la prima intervista a Putin fatta da un media occidentale.
Una cosa storica: e nessuno ha detto niente. E badate bene che i giornali, in questi giorni, di queste cose ne hanno parlato. Il fatto però è che questi temi non sono diventati rilevanti nei social e nelle vostre vite. Quindi solo applausi per Ghali e Dargen che continuano a portare sul palco questo temi e contribuiscono a farli diventare virali. Ora spero che finito Sanremo non smettano di farlo perché la guerra non è intrattenimento, non è l' ennesimo trend del cazzo sui social. E invece oramai ci siamo ridotti a questo: ogni trend è uguale a un altro senza più capire che invece ci sono cose serie e cazzate. Anzi, spesso le cazzate le facciamo sembrare molto più importanti delle vicende serie. E mai come in questa settimana di Sanremo tutto ciò è stato evidente.