Aiutateci ad aiutare Zerocalcare. Come? Ripetete quanto state per leggere ai vostri figli, e ai figli dei vostri figli! Michele Rech non sa più come fare per comunicare che NO, non sta per aprire nessun ristorante alla Garbatella. Noi di MOW abbiamo partecipato a una delle presentazioni a Roma del suo ultimo fumetto “Quando muori resta a me”, dove il fumettista romano ha spiegato una volta per tutte com’è nata la storia della sua non osteria: “Quattro anni fa, prima del Covid, prima di tutto, un amico mio che fa il cuoco da vent'anni mi ha chiesto: “Tu non sei buono a fare niente, ma te va di prendere una quota di questo locale? Non ti sarà mai chiesto di cucinare”. Siamo cresciuti negli spazi occupati, nei centri sociali, abbiamo quel tipo di relazione, sarebbe stato un luogo in cui ogni tanto uno può fare una presentazione, collaborare con dei progetti. Uno è quello che è poi uscito fuori, cioè il fatto di collaborare con centri antiviolenza, per fare inserimenti al lavoro di persone che escono da situazioni di violenza, e che hanno bisogno di emanciparsi economicamente. Ho detto io non posso fare niente, però se per contribuire mi pijo una quota, me la pijo, tra l'altro di minoranza”. Tutto bellissimo, posto che poi sia diventato IL RISTORANTE DI ZEROCALCARE: “Qualsiasi persona deve rompe er caz*o a me, come se quello fosse il posto mio con la parannanza e l'armadillo di gomma che ti accoglie là dentro. Mi sta facendo sbroccare questa roba. E se la carbonara arriverà scotta la gente mi scriverà: “Al ristorante tuo se magna di merda! Pezzo di merda sicuro l'hai scotta te perché stavi a guardà il telefono invece de guardà il tempo di cottura. Ma che ce sta la panna?”. Madonna mia, io voglio regalare la quota mia. Cioè se la cosa è questa io mi ammazzo. Questa cosa fa paura di come le cose vengano mistificate puntualmente da varie piattaforme, radio, tv, giornali”.
Da qui il difficile rapporto di Zerocalcare con la categoria dei titolisti: “Nessuno si legge più un caz*o, anche perché tra l'altro i giornali sono praticamente tutti a pagamento. Quindi questa roba consegna evidentemente a chi fa il titolo una responsabilità gigantesca, che andrebbe trattata con una deontologia che probabilmente è superiore a quella del cardiochirurgo. Invece viene messa in mano a persone che a voler essere in buona fede sono incredibilmente impreparate, e a voler essere in malafede sono le Iene del Re Leone. Quindi questa cosa genera il fatto che le persone si fanno un'opinione sul mondo basata su delle cose completamente inaffidabili”. E confessa: “Se io dovessi giudicare me stesso dallo specchio della stampa mi starei una cifra sul caz*o. Penserei “guarda sto mitomane ma chi caz*o gli ha chiesto niente”. Lo penso di un sacco di personaggi, e facendo adesso questo lavoro mi sono chiesto se forse ho sviluppato un astio verso alcuni immotivato, perché magari non erano loro che dicevano certe caz*ate, ma erano i virgolettati che gli mettevano in bocca. E questa roba qua, in realtà, io la soffro una cifra. Ci conduco una battaglia perdente che mi genera soltanto un'ernia epigastrica e un'ulcera esofagea”. Presumibilmente sarà lungo il processo che porterà le persone a comprendere che non vedranno mai Zerocalcare servire ai tavoli con il grembiule o spadellare in cucina. Anche perché il menù sarebbe stato facilmente riducibile a latte e biscotti, plumcake e yogurt bianco. Ma siamo fiduciosi, e non smettiamo di sperare nella “pizza sto caz*o”, e poi al massimo se potemo sempre andà a pija un gelato. Strappare lungo i bordi docet.