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800.000 euro per una Lancia Delta S4.
Ma questa volta non è il solito bidone

  • di Umberto Mongiardini Umberto Mongiardini

27 gennaio 2021

800.000 euro per una Lancia Delta S4. Ma questa volta non è il solito bidone
Il mercato delle auto d'epoca è al centro di quella che, secondo molti analisti, è una vera e propria bolla. Nell'attesa che scoppi, ha senso spendere l'equivalente di 25 anni di stipendio di un lavoratore medio per un'auto che il futuro proprietario, probabilmente, non saprà neanche accendere? Nel caso di questa Lancia Delta S4, la risposta potrebbe essere diversa dal solito...

di Umberto Mongiardini Umberto Mongiardini

Ci piace provocare, ma nemmeno troppo. I soldi sono una questione seria, non si può scherzare, soprattutto quando parliamo di cifre stratosferiche come quelle di questa Lancia Delta S4 ex Miki Biasion e Bruno Saby, stimata tra i 600 e gli 800.000 euro. Tanto è stata valutata da Artcurial questa icona del Gruppo B del 1986. Ma ha senso spendere l’equivalente di 25 anni di salario di un lavoratore medio italiano per un’auto che, con ogni probabilità, il futuro proprietario non saprà nemmeno accendere? 

Domanda a cui è difficile dare una risposta! Dopotutto c'è chi spende milioni per una tela tagliata di Fontana che, un po’ come il Garpez, “il mio falegname con 30.000 lire la faceva meglio”. Insomma, è tutto tremendamente soggettivo ma, tra tutte le follie viste in questi anni a proposito di Delta e auto d'epoca in generale, il prezzo fissato per questa S4 potrebbe essere meno allucinante di quanto possa sembrare.

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La Lancia Delta S4, infatti, è probabilmente il top dell’automobilismo sportivo italiano degli anni 80, il frutto proibito, che il mondo ci ha invidiato, capace di mettere in riga anche la rivoluzionaria Audi Quattro.

Meno di 900 kg, motore in alluminio a 16 valvole da 1.759 c.c. e 450 CV - ma c’è chi giura (parliamo di un meccanico ufficiale che su quel motore ci aveva lavorato) che i CV reali potessero arrivare a quasi il doppio di quelli dichiarati, anche grazie all’abbinamento con il compressore a controllo meccanico Volumex.

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Nello specifico, l’auto messa all’incanto da Artcurial, ha lasciato il Reparto Corse Abarth nel 1986 in configurazione Gruppo B con i colori Lancia Martini e targata TO 52127 F. La prima gara della Lancia si concluse con un secondo posto nel dicembre 1986 al 'Memorial Bettega', guidata da Miki Biasion con il numero di gara 2. Ad avere la meglio su Biasion fu Markku Alen, che era al volante di una vettura identica.

Con l’abolizione del Gruppo B, questa Lancia venne nuovamente schierata nel 1987 durante la 24 ore di Chamonix, quando Biasion e Saby si alternarono al volante. Le vetture del Gruppo B furono accettate anche in un'altra disciplina, il rallycross e qui venne utilizzata da Saby. Preparata da Grenoble Sport Auto per il nuovo impiego, Saby riuscì a portarla al secondo posto in classifica generale nel campionato, sfoggiando la livrea "Métal 5".

A fine stagione l’auto fu poi acquistata da Michel Hommell come aggiunta alla propria collezione. L’auto fu riportata nella livrea Lancia Martini e da lì non ha più cambiato proprietario. Funziona? Certo che sì e potete vederla in azione nel video in fondo all'articolo.

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Ma questa Lancia non è l’unica a lasciare il museo. All’asta saranno sei le altre vetture della Classe B ad essere battute. A sfilare in passerella ci saranno anche una Lancia 037, con una valutazione pressoché identica a quella della Delta, ma anche la grande rivale Audi Sport Quattro S1, valutata più di un milione di euro, una Renault 5 Maxi Turbo guidata da Carlos Sainz sr, una Peugeot 205 T 16 Evo 2, una Ford RS 200 e una MG Metro 654 dotata di V6 aspirato.

Facendo due conti, se uno volesse portarsi via il pacchetto completo, potrebbe arrivare a spendere poco più di cinque milioni di euro, ammesso e non concesso che non si scateni una guerra al rialzo tra appassionati che potrebbe far volare le quotazioni ben oltre le singole stime massime.

Spesa pazza o investimento, non lo sappiamo, magari ad aggiudicarsela sarà qualche ricchissimo appassionato, desideroso soltanto di togliersi uno sfizio, prima di “svendere” tutto alla prossima asta. D'altra parte il collezionismo è anche questo.

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