Dakar: non parliamo della pittoresca capitale del Senegal, bensì dell’impatto che un nome così evocativo ha avuto all’interno del mondo del motorsport. Che siano due, quattro o sei ruote a sfrecciare sulle dune, non importa, il sogno di correre il rally più famoso del mondo ha sfiorato la mente di tanti, a partire dal lontano 1979, fino ad oggi.
Dall’Africa, passando per il Sud America, fino a sbarcare l’anno scorso in Medio Oriente, l’ex Paris-Dakar e ora solo Dakar, è stata unita dal fil rouge della passione per la velocità estrema nei posti più impervi del pianeta, tanto da risultare fatale in più occasioni.
L’ambitissimo rally non poteva non interessare a quei piloti che vivono di adrenalina, come quelli che corrono in Formula 1 e così non è stato raro vederne alcuni gareggiare e addirittura vincere, anche tra le dune e le pietraie.
L’ultimo in ordine cronologico ad essere stato stregato dal fascino della Dakar è stato Fernando Alonso, che a bordo della sua Toyota Hylux, l’anno scorso è riuscito ad ottenere un’ottima tredicesima posizione nella classifica generale, con un secondo posto come miglior piazzamento durante una prova speciale.
Il due volte campione del mondo di F1, che dopo due anni di pausa dalla Classe Regina farà ritorno nel Circus quest’anno, non ha escluso una sua possibile ulteriore partecipazione alla Dakar, nonostante il brutto incidente con ribaltamento annesso, che aveva fatto preoccupare e non poco gli spettatori.
La passione per i piloti di Formula 1 per le dune, però, è cosa antica e ha visto trionfare nel 1983 il pilota belga Jacky Ickx, assieme al suo copilota Claude Brasseur, celeberrimo attore francese che è mancato lo scorso mese.
Con alle spalle 122 partenze alle gare di F1, con 25 podi e ben sei vittorie alla 24 Ore di Le Mans, ottenere la vittoria alla Dakar dev’essergli sembrata una passeggiata… tra le oasi.
Ma Ickx, in realtà, anche se viene ricordato solo per l’edizione dell’83, di Dakar ne ha corse ben quattordici edizioni, dal 1981, fino al 2000, al volante di Citroen, Mercedes e Porsche, fino alla Mitsubishi nell’ultima edizione del 2000 quando, per inciso, aveva già 55 anni.
Altro Pilota di Formula 1 d’altri tempi ad aver preso parte alla Paris-Dakar è stato Jacques Laffite, classe 1943 che nel 1988, dopo una carriera di 12 anni passati a correre tra i cordoli nella massima classe, bruscamente interrotta da un grave incidente durante il GP di Gran Bretagna, ha portato una Porsche 953 verde Kermit sulle dune del deserto, ritirandosi però alla quarta tappa.
L’anno successivo fu la volta di Clay Regazzoni che, nonostante fosse ormai costretto alla sedia a rotelle da otto anni dopo il tragico schianto a 280 km/h a Long Beach a bordo della sua Ensign N180, decise di partecipare a bordo di un’auto al rally più blasonato.
Proprio lì, in Guinea, ci fu una tappa ricordata da tantissimi, Terruzzi compreso, come la più difficile di sempre, Regazzoni è stato vittima di un capottamento alla fine della speciale e, impossibilitato ad uscire dall’auto, è stato trascinato fuori e soccorso da due motociclisti che sono riusciti a consegnarlo all’equipe medica. Quella non è stata l’unica partecipazione alla Dakar di Regazzoni che, negli anni, ha anche corso a bordo di camion.
Sono poi tanti gli altri piloti che hanno gravitato nel Circus ad aver partecipato alla Dakar, tra cui Jean-Louis Schlesser, che si è accaparrato l’edizione del 1999 e del 2000, a bordo della Schlesser-Renault Buggy, auto da lui costruita, ma anche Jean-Pierre Jabouille, Patrick Tambay, che ha conquistato varie vittorie di tappa e due terzi posti in classifica generale nel 1988 e nel 1989 e tanti altri.
Anche un italiano, Alex Caffi, ha avuto l’onore di correre sia in Formula 1, a cavallo tra gli anni ’80 e’90 e alla Dakar, portando tra le dune anche una Fiat Panda nel 2013.
Dopo i risultati di oggi, con Carlos Sainz Sr. sul terzo gradino del podio nella classifica auto, non sarebbe male se, tra un GP e l’altro, anche il figlio volesse provare l’ebbrezza dell’off-road, seguendo le orme del padre e di Alonso e, perché no, sarebbe l’occasione giusta per portare la Ferrari nella Dakar, con una versione rivisitata del nuovo SUV, Purosangue, che dovrebbe fare il suo esordio sul mercato nel 2022. Dopotutto, sognare non costa nulla.