Contacc! Perbacco! Forse non tutti sanno che quasi tutte le Lamborghini prendono il nome dalle razze dei famosi tori da combattimento. Quasi tutte, appunto. La Countach è quella che potremmo definire l’eccezione che conferma la regola. Il nome di una delle Lambo più belle di sempre deriva da un’esclamazione squisitamente piemontese che, in origine, non aveva un’accezione particolarmente simpatica. “Che ti prenda un contagio”, con un chiaro rimando alla peste che imperversava nel torinese nel 1600.
Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti e, per quanto potrebbe tornare attuale il suo significato iniziale quando finirà questa nuova pandemia, quando fu appioppato il nome alla nuova supercar di Sant’Agata Bolognese, significava perbacco, una specie di esclamazione di stupore.
Ora ci togliamo dai panni dell’Accademia della Crusca e parliamo di cose un po’ più serie: la casa d’aste Historics Auctioneers mette all’incanto quello che potrebbe essere definito come il puzzle più costoso di sempre, ovvero una Countach 5000S del 1982, fatta a pezzi. Chiariamoci subito, non è frutto di un incidente o di un’auto Frankenstein mancata, parliamo invece di un restauro radicale piantato a metà, ormai tanti anni fa.
La società incaricata del progetto è fallita e i lavori si sono fermati, congelando la Countach per 13 anni, lasciandone lo scheletro esposto per forse un po’ troppo tempo. A inizio millennio l’allora proprietario l’aveva prestata per essere utilizzata durante la trasmissione TV inglese Fifth Gear e, successivamente, prima che iniziassero i lavori di restauro, è stata protagonista della copertina del libro "The Spirit of The Bull", di Paul W. Cockerham.
Poi, nel 2004, è cominciato il restauro dell'auto. Il 4.8 litri da 12 cilindri e 375 CV, è stato subito rimesso in sesto e dotato di una nuova frizione da Lamborghini Londra, con lavori dimostrabili per 10.000 sterline. I problemi sono poi iniziati quattro anni dopo quando, portata in carrozzeria e smontata completamente, la società che avrebbe dovuto ridipingerla è fallita e da lì non si è più mossa.
Riuscirà l’erede della Miura a tornare gli antichi splendori? Noi ci auguriamo ovviamente di sì, anche perché durante gli anni di produzione – dal 1971 al 1990 – fu realizzata in soli 2000 esemplari o poco più e tenerne uno in queste condizioni sarebbe uno spreco.
Tra le altre cose, potrebbe anche rivelarsi un affare per il nuovo proprietario che se la potrebbe portare a casa a un prezzo piuttosto competitivo. La casa d’aste, infatti, ha valutato questa Countach tra i 200.400 - 248.800 dollari, a fronte di prezzi di vendita per esemplari ben conservati che, quantomeno qui in Italia, girano quasi al doppio della cifra ipotizzata.