In un mondo in cui affidiamo gran parte della nostra percezione alla vista spesso trascuriamo l’importanza dell’udito. Tuttavia il suono prodotto da un motore, da uno scarico e dalla meccanica è certamente un elemento che caratterizza fortemente la personalità di un’auto. Un aspetto così vitale e caratterizzante che potrebbe essere paragonato, senza il rischio di essere tacciati di eresia, all’importanza della voce per un essere umano. Con il diffondersi delle auto elettriche sembrava tutto già scritto. Avremmo dovuto accettare un futuro automobilistico silenzioso, senza suoni e afflati vitali. Il motore elettrico, infatti, di per sé non produce alcun tipo di sonorità particolarmente apprezzabile. Tutt’al più, quando si guida un veicolo alimentato a batterie, è possibile avvertire un sibilo, dovuto agli inverter impegnati a trasformare la corrente continua in alternata. Ma niente di più. Un giorno, però, è arrivata Audi ed è cambiato tutto. Perché la casa di Ingolstadt ha definito un nuovo standard sonoro destinato a segnare un prima e un dopo nell’universo delle auto a elettroni. Gli ingegneri tedeschi hanno messo a punto un vero e proprio sistema di sound artificiale dedicato alla nuovissima e-tron GT. Per la verità, in passato, alcune Case avevano già provato a sviluppare suoni artificiali per i propri modelli elettrici. Ma nessuno si era mai spinto così tanto in avanti come nel caso dei Quattro Anelli. Diventa interessante capire, quindi, come funziona nel dettaglio l’e-sound di Audi e dove sta la sua complessità. Per scoprirlo occorre analizzare il processo di elaborazione di questo suono digitale da un punto di vista prettamente tecnico.
Per realizzare questo sound system gli ingegneri Audi si sono letteralmente chiusi in studio di registrazione proprio come fanno le band e gli artisti per incidere le loro nuove canzoni. L’obiettivo era quello di acquisire suoni molto particolari per poi miscelarli e realizzare così un timbro inedito. Un’operazione altamente complessa, che solo l’ambiente controllato di uno studio poteva garantire. Nelle tracce registrate per comporre l’e-sound Audi troviamo strumenti musicali esotici come il didgeridoo, uno strumento tribale che trae le sue origini dagli aborigeni d’Australia. Ma anche una chitarra elettrica suonata con un trapano oppure con l’archetto di un violino. Licenze poetiche musicali, attraverso cui i sound designer Audi sembrano quasi voler fare un omaggio a Eddie Van Halen e a Jimi Page dei Led Zeppelin, i due grandi chitarristi rock che hanno reso celebri queste due tecniche chitarristiche, per così dire, anomale. Per arrivare al risultato finale gli ingegneri del suono hanno dovuto ricorrere anche a sonorità sperimentali. La loro fantasia li ha portati a registrare il suono provocato dalla vibrazione di una serie di tubi di metallo di diverse dimensioni innescata da un ventilatore. Ma hanno catturato anche il rumore di un modellino di elicottero a motore impegnato a volare in una stanza. Dopo aver selezionato e ripreso una infinita serie di suoni, più o meno complessi, la necessità dei sound designer Audi era quella di importare il tutto in una DAW (Digital Audio Workstation), un software in grado di elaborarli e modificarli, ma capace anche di comunicare in maniera attiva con la e-tron GT. Questo era l’unico modo per ottenere un sound system in grado di rispondere dinamicamente agli stimoli della guida. Un suono quindi modulabile attraverso il pedale dell’acceleratore, che segua in maniera armonica e coerente l’andamento dell’automobile. Proprio come farebbe il sound di un mezzo endotermico, che aumenta la sua voce all’aumentare del numero di giri e che borbotta in rilascio, oppure durante una cambiata.
Sfortunatamente c’era solo un piccolissimo dettaglio con cui dover fare i conti. In commercio non esisteva un software così complesso e in grado di rispondere all’esigenza dei tecnici tedeschi. Il loro spirito pionieristico, però, non li ha demoralizzati. Anzi, li ha spinti a scandagliare questa terra inesplorata, fino a trovare le energie - e soprattutto le ingenti risorse economiche - per realizzare una DAW (Digital Audio Workstation) ex-novo. Un software nato dal foglio bianco e quindi capace di offrire una completa personalizzazione di ogni minima funzione. Una volta creato il software i suoni registrati sono stati importati e suddivisi in diverse tracce. All’interno di questi “contenitori virtuali” ogni singolo suono poteva essere visualizzato su schermo come una forma d’onda.
Il percorso per trasformare questo “impasto sonoro” in un e-sound, però, era ancora lungo. Per prima cosa i tecnici Audi hanno dovuto tagliare le sequenze in piccole porzioni con il fine di creare un loop, vale a dire una piccola regione audio che possa essere riprodotta ciclicamente in modo continuo. In questa fase il suono delle diverse tracce viene anche modificato sia nella sonorità, mediante appositi strumenti chiamati equalizzatori (una versione più complessa di quelli che utilizzate normalmente sulle vostre autoradio), sia nella dinamica attraverso i compressori, strumenti in grado di “schiacciare il suono”, ovvero ridurre la distanza tra il punto di maggiore e minore loudness. Una volta trattati questi suoni vengono tra loro miscelati e divisi in gruppi fino a creare una serie di timbri che a loro volta verranno mischiati e stratificati per ottenere il risultato finale. Ovvero l’e-sound della Audi e-tron GT.
Per farvi rendere conto della complessità del lavoro svolto dagli ingegneri Audi faremo un paragone musicale. I brani che ascoltate ogni giorno si ottengono registrando separatamente, mediante appositi microfoni, i diversi strumenti musicali presenti all’interno del brano. E, proprio come abbiamo visto con l’e-sound dell’Audi, ogni suono viene importato in una DAW in singole tracce in modo tale che si possa poi passare alla fase di post produzione. Se per esempio avessimo un gruppo musicale classico formato da batteria, basso, chitarra e cantante avremmo una dozzina di tracce dedicate alla batteria, che necessita di un microfono per ogni elemento (timpano, piatti, rullante, ecc.), un paio per il basso, quattro per la chitarra e tre per la voce includendo eventuali incisioni aggiuntive. Per realizzare un brano, quindi, non è insolito avere a che fare con una ventina di tracce.
Pensate che per realizzare l’e-sound, invece, Audi ha utilizzato ben 32 tracce complessive. E solo per ottenere un singolo suono finale. Ma i sound designer Audi non potevano limitarsi alla creazione di una sonorità ricca. Volevano che fosse anche dinamica e in grado di rispondere in modo preciso alla guida. Il software da loro sviluppato ha permesso di ricevere i dati provenienti dalle centraline di controllo motore per elaborarli cambiando in tempo reale il rapporto sonoro tra i diversi timbri realizzati in studio. Un mix sonoro in costante evoluzione capace di esaltare, in maniera coerente, la dinamica di guida. Chi si metterà al volante della e-tron GT, in sostanza, potrà trasformarsi, in un certo senso, in un compositore, perché attraverso i pedali del freno e dell’acceleratore finirà per plasmare il suono nel modo più coinvolgente possibile in quella determinata situazione di guida. L’hardware che si cela dietro a un simile sistema è composto da due centraline che pilotano altrettante coppie di altoparlanti impossibili da notare perché nascosti alla vista pur essendo posizionati all’interno e all’esterno dell’abitacolo. Questo non è un dettaglio trascurabile visto che permette al suono di essere percepito anche all’esterno del veicolo e non soltanto dai passeggeri. Mentre la maggior parte dei costruttori monta sulle auto elettriche sistemi acustici di avviso - i cosiddetti AVAS (Acoustic Vehicle Alerting System) - per allertare i pedoni e quindi essenzialmente per motivi di sicurezza, Audi ha scelto di realizzare qualcosa di completamente diverso. Un sound system wide-range assolutamente complesso e raffinato, in grado in grado di arrivare addirittura a riprodurre frequenze fino a 65Hz non molto distanti dal limite dell’udibile umano (20Hz). Questa caratteristica permette di rendere evidente anche la componente più “grave” o “scura” del suono ed è molto importante perché sono proprio le frequenze più basse ad avere il maggior impatto sulla nostra emotività.
Pensate a quando al cinema sentite un’esplosione durante la proiezione di un film e avvertite una vibrazione che attraversa le poltroncine, in corrispondenza del tonfo provocato dalla scena. In una e-tron gt avrete sensazioni analoghe perché l’e-sound varia il suo comportamento anche in base alla modalità di guida selezionata dall’Audi Drive Select. In Efficiency, per esempio, il suono digitale viene limitato all’avvertimento AVAS previsto per legge. In Comfort, invece, si attiva l’altoparlante posteriore rendendo l’e-sound più ricco e pieno mentre in Dynamic si aggiungono ulteriori effetti nell’abitacolo e gli altoparlanti esterni spingono ancora di più. In ogni caso niente paura: è possibile anche scegliere di disattivarlo completamente se si cerca un’esperienza di guida silenziosa simile quindi a quella della stragrande maggioranza delle elettriche presenti sul mercato. Un gesto che, però, getterebbe via con un solo “clic” il mastodontico lavoro degli ingegneri Audi. Per quanto riguarda il timbro sarebbe stato molto più semplice emulare fedelmente il suono di un motore termico e regalare così un’esperienza sonora più convenzionale. Audi ha piuttosto provato a spingere l’automobilista verso il futuro con una sonorità avveniristica, quasi “sci-fi”.
Per alcuni aspetti l’e-sound Audi ci ha riportato nell’immaginario del film Tron (sarà poi un caso la sospetta assonanza con il brand elettrico tedesco?) o in un grande classico della fantascienza come Blade Runner. Il costruttore tedesco, in ogni caso, lascia la scelta all’utente finale: sarà lui a decidere se l’esperienza di guida su un’elettrica debba privarsi della componente sonora oppure debba abbracciare un’idea di sound inedita e completamente innovativa. Rimane ancora una domanda fondamentale. Come suona questo e-sound? Con le parole abbiamo provato a descrivervi l’universo di competenza e complessità che si nasconde dietro all’ingegnerizzazione di questo suono. Ma per afferrarlo completamente, fino in fondo, non vi resta che ascoltarlo in prima persona. Attraverso il video che trovate qui. Oppure provando direttamente una e-tron GT presso la prima concessionaria Audi vicino a casa vostra. Un’esperienza (sonora e non) che ci sentiamo di consigliare caldamente perché, di fatto, unica nel suo genere. Parola di sound engineer.