Cosa succederà se anche le supercar dovranno adeguarsi all’elettrico al 100% in così pochi anni? Potrebbe succedere che la Motor Valley, il prestigioso distretto industriale automobilistico dell’Emilia Romagna, finisca per chiudere. A esserne convinto – dopo la presentazione del piano della Commissione europea che prevede lo stop dal 2035 alla vendita di auto a benzina, diesel, gp, metano e ibride – non è un fanatico dei motori vecchio stampo, ma il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani.
"In questi giorni – ha detto il ministro al seminario estivo della Fondazione Symbola, parlando del pacchetto Ue sul clima – stiamo parlando con il settore automotive. C'è una grandissima opportunità nell'elettrificazione. Ma è stato comunicato dalla commissione Ue che anche le produzioni di nicchia, come Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, dovranno adeguarsi al 2030 al full electric. Questo vuol dire che, a tecnologia costante, con l'assetto costante, la Motor valley la chiudiamo. Se noi oggi pensassimo di avere una penetrazione del 50% di auto elettriche d'emblée, non avremmo neanche le materie prime per farle, né la grid per gestirla. Su un ciclo produttivo di 14 anni, pensare che le nicchie automobilistiche e supersport si riadattino è impensabile".
È ben vero che anche le case di nicchia stanno cercando di cominciare ad adeguarsi (per esempio per la Lamborghini si parla di possibile conversione di tutta la gamma all’ibrido entro il 2024, per poi passare a un modello interamente elettrico, promesso anche dalla Ferrari per il 2025), ma convertire l’intera produzione nel giro di un decennio è tutt’altra cosa. Non a caso, immaginare che nel giro di pochi anni dalle strade italiane scompaiano quasi tutte le auto attualmente in circolazione (comprese le ibride) per lasciare spazio a soli modelli elettrici è ritenuto da molti poco realistico per motivi economici e tecnologici.
Già nei giorni precedenti all’annuncio della commissione, Cingolani, la cui posizione è quella di ricorrere a una transizione graduale, aveva manifestato preoccupazione: “Se milioni di italiani continuano a circolare su veicoli Euro 0, 1 o 2 non è perché amano le auto inquinanti, ma perché non possono permettersi una ibrida o una full electric. Ma anche ammesso che da domani riuscissimo a trasformare tutto il parco auto, non avremmo energia rinnovabile a sufficienza: finiremmo per ricaricare le batterie con elettricità prodotta bruciando carbone”.
Oltre ai problemi per il settore automotive e per gli utenti della strada costretti a pesanti esborsi per adeguare la propria dotazione, si temono anche altri rincari per famiglie e consumatori: gli addetti ai lavori sono convinti che le imposizioni sulle emissioni da parte di Bruxelles faranno aumentare quasi di i costi di molti beni e servizi, a partire dai trasporti e dalle bollette elettriche.