A guardarle oggi le prime auto non devono sembrare un granché, ma l’idea di poter viaggiare ricaricando ogni tanto (ai tempi purtroppo ogni 10-15km) acqua e carburante ha conquistato il mondo, tanto che oggi immaginare la mobilità senza veicoli privati è qualcosa a cui arrivano solo alcuni (neanche tutti) gli ambientalisti. Oggi l’industria delle auto fattura annualmente quasi 3 trilioni di dollari (mettete in fila gli zero dopo il 3 e capirete di quanto parliamo). Sono 1 miliardo le automobili che compongono il parco circolante dell’intero pianeta. Il settore auto ha fatto vincere tutti. I tedeschi, veri e propri pionieri, i francesi, i giapponesi, gli americani. Se l’Europa ha fatto scuola per le auto di lusso, gli USA sono i maestri delle supercar. Mentre le novità tecnologiche arrivano sempre di più dall’Asia. E proprio la Cina, esclusione fatta per la Tesla di Elon Musk che ha lanciato nel mondo il mercato delle auto elettriche, sta diventando leader del settore, superando l’America come primo mercato mondiale e la Germania come secondo esportatore mondiale, secondo il The Economist. Cos’è che sta cambiando e sta lasciando indietro Europa e USA (tranne quel pazzo di Musk)? La prima cosa che salta all’occhio è l’elettrificazione. Sebbene tutti si stiano muovendo in questa direzione (soprattutto in vista del 2035 europeo e del prossimo decennio statunitense fatto di incentivi per le auto green e di tassazioni più alte per le auto endotermiche), c’è chi è nettamente più avanti. Il futuro che ci attende, in sintesi, è un futuro elettrificato. Già il mercato si sta muovendo in quella direzione. Se teniamo contro anche degli ibridi plug-in, la vendita di auto elettriche compre il 13% del mercato, circa 10,5 milioni di veicoli. In testa ai produttori abbiamo la Tesla, con 1,3 milioni di auto vendute nel 2022, mentre al secondo posto troviamo la cinese Byd. Il Gruppo Volkswagen, tra i brand storici, è il più “audace” (sempre secondo il The Economist), ma pur salendo sul podio non arriva neanche a metà delle vendite della casa automobilistica di Musk.
Rispetto al passato, in cui a vincere erano poche grandi case di produzione, oggi la relativa semplicità delle batterie elettriche permetterà a sempre più nuovi concorrenti di entrare nel mercato dell’auto, con buone speranze per la riduzione dei prezzi e la “normalizzazione” dell’elettrificazione, ma con il rischio di intasamento. A partire dal 2018 la vendita di auto è in calo, soprattutto per via della saturazione del mercato, la crisi economica (e la pandemia). Allo stesso tempo, la produzione di autovetture ha raggiunto il picco, con circa 73 milioni di auto prodotte nel 2017. Aggiungiamo la carenza di chip e il rallentamento del mercato cinese (che, come si è detto, è cresciuto costantemente fino ad diventare il primo dei major market). Complessivamente, la produzione di auto è calata di 62 milioni di unità nel 2022. Probabilmente, quindi, dovremo abituarci all’idea che la vendita di auto sarà in futuro molto più lenta. A crescere maggiormente secondo McKinsey, saranno i mercati emergenti di Africa, India, America Latina e Sud-Est asiatico. L’Europa e l’America sono invece ormai arrivati al bordo della piscina. L’unico modo per competere sarà dunque quello di “stravolgere 130 anni di storia”. È quello che pensa Ola Kallenius, capo di Mercedes-Benz, che comunque ricorda: “Ciò che sta accadendo lato software è più grande”. E sembra essere proprio così. Le auto del futuro saranno premiate principalmente per la comodità e l’esperienza di utilizzo piuttosto che per le qualità meccaniche. Sarà sempre di più il software a contare. È difficile non vedere il chiaro vantaggio delle nuove realtà (che partiranno già per muoversi in un mondo che sta cambiando a favore dell’elettrico) e di Tesla, oltre che del mercato cinese. Chi emergerà dei brand che hanno fatto la storia dell’auto? E quale sarà il prezzo per i lavori di un settore che non avrà più bisogno di uno schema aziendale specializzato nello sviluppo (articolato) dei motori a combustione?