Si allontana sempre di più la prospettiva di uno stop alla vendita dei motori termici a partire dal 2035. Il Ministro dei trasporti tedesco Wissing ha annunciato il dietrofront del suo Paese alla proposta della Commissione europea, decisione presa in seguito a un summit informale con gli altri ministri dei Trasporti europei a Le Bourget, nei pressi di Parigi. In fin dei conti una retromarcia annunciata, che ristabilisce, di fatto, la triplice alleanza con la Francia – dove, oltre che sull’auto a batteria, si punta pure sulla tecnologia dell’ibrido plug-in, nonché a far sopravvivere i motori a combustione dopo il 2035 – e l’Italia, resa nota dal Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani nei giorni scorsi, secondo cui il 2035 è un anno "puramente indicativo".
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“Oggi non abbiamo abbastanza veicoli elettrici. Dobbiamo aumentarne la disponibilità - fa sapere Wissing - Quindi è meglio che le persone ricorrano alla tecnologia dell’ibrido come soluzione intermedia. Per il futuro non possiamo puntare solo sulla mobilità elettrica o sull’idrogeno. Abbiamo bisogno di mantenere un approccio tecnologico neutrale”, ha concluso.
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Dal canto suo l'Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), che sposa la stessa linea del Germania, ha definito in una nota stampa di Paolo Scudieri - il presidente - la sua posizione. "Accogliamo con favore la nuova linea espressa negli scorsi giorni dal governo tedesco rispetto alla proposta della Commissione europea di mettere al bando i motori endotermici in UE dal 2035. Siamo concordi nel ritenere che questa tecnologia possa, invece, dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità attraverso l'impiego dei carburanti sintetici e dei biocarburanti".
La dichiarazione continua: "A livello italiano stiamo portando avanti le interlocuzioni con i ministeri competenti in materia, che abbracciano una posizione sostanzialmente allineata a quella della filiera industriale, anche per mettere a punto le politiche industriali indispensabili per accompagnare le imprese nel processo di transizione ecologica”.
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E aggiunge: “Va nella direzione di gestire in maniera adeguata questo processo anche l’istituzione di un fondo pluriennale a sostegno della riconversione della filiera industriale prevista dal decreto bollette, che dovrà essere sfruttato al meglio con la declinazione di misure di supporto alla domanda di veicoli a zero e a bassissime emissioni e a supporto degli obiettivi di sostenibilità e competitività del sistema produttivo”, chiude il presidente di Anfia, evidenziando la necessità di sostenere un approccio tecnologico neutrale che lasci spazio a più soluzioni per l’abbattimento delle emissioni di CO2, anziché concentrato esclusivamente sul veicolo elettrico.