Keith Richards compie 77 anni, regalandoci uno dei piccoli miracoli di un 2020 altrimenti devastato da ogni genere di avversità. In tutta la sua folle carriera, nebulosa e decisamente irripetibile, Keef ha sviluppato una grande passione per le automobili. Questo principalmente perché portare massicce quantità di droga in aereo è più complicato rispetto all’infilarle nel baule di un’auto, ma anche perché a Keith Richards piace guidare. Possibilmente una bella macchina e necessariamente a velocità proibitive.
“Sono un buon guidatore”, scrive nella sua autobiografia Life, prima di raccontare un incidente che quasi gli costò la vita. Quella notte era a bordo della sua Blue Lena, di ritorno da un concerto assieme al figlio Brandon ed altre cinque persone. Ma le auto di Keith Richards, in cui ha viaggiato il mondo, scritto canzoni e consumato sostanze sono molte e (spesso) di buon gusto. Ecco le più famose.
Blue Lena, ovvero la Bentley Continental S3 Flying Spour
Prodotta in 68 esemplari, con guida a destra e cambio automatico. Quando Keith Richards comprò la macchina per l’establishment britannico fu un colpo al cuore. L’auto dei lord e dei reali d’Inghilterra era in mano ad un folle chitarrista, e non c’era nulla che si potesse fare per impedirlo. Keef la battezzò Blue Lena per omaggiare Lena Horne, cantante Blues dalla quale gli Stones presero ispirazione agli inizi della loro carriera. "È una macchina fatta per essere guidata veloce e di notte”, la descrizione del cantante, che a bordo della Blue Lena ha rischiato più volte la vita. Una volta addormentandosi di ritorno da un concerto e finendo per cappottarsi, per poi venire arrestato per possesso di sostanze stupefacenti, l’altra in Marocco, durante una fuga d’amore con Anita Pallenberg: i due erano partiti assieme a Brian Jones per trovare un posto in cui "trovare droghe legali”, . L’auto è stata testimone di quelle che Richards ha definito “lunghe giornate di acido” prima di essere sostituita all’insaputa della rockstar con un’esemplare simile. Recentemente è stata venduta a 763 mila sterline ad un collezionista privato. Il portachiavi recita ancora “Non sederti sull’erba, fumala”.

La Ferrari Dino 246 GT, 14 anni di amore
Keith Richards si innamora della Ferrari Dino GT nel 1972, durante il Rolling Stones American Tour negli Stati Uniti. È un’esemplare per il mercato americano in cui il V6 della versione standard è stato rivisto per raggiungere i 240 Km/h di velocità massima: quasi 200 cavalli per poco più di 1.000 chili di peso. Il chitarrista dei Rolling Stones rimase così colpito dalla Dino da farla portare in Europa per usarla quotidianamente. Ci percorse più di 25.000 chilometri, usandola per raggiungere i concerti mentre il resto della band si spostava in aereo. Richards tenne la Ferrari Dino fino al 1986, quando decise di venderla ad un collezionista nipponico. Nel 2014 l’auto passò nelle mani di Liam Howlett dei Prodigy, che a sua volta la mise all'asta nel 2018: Bonhams riuscì a venderla per quasi mezzo milione di euro.

Un’altra Ferrari, la 400i disegnata da Pininfarina
Questa vettura è stata acquistata da Alan Dunn, il Tour Manager dei Rolling Stones, direttamente a Maranello nel 1983. Dunn quel giorno comprò otto Ferrari, di cui tre 400i: una per Bill Wyman, una seconda per Mick Jagger e la terza per Keith, che chiese specificatamente un cambio automatico a 5 marce quando, di serie, erano disponibili soltanto l’automatico a tre rapporti o un manuale a 5 marce. Una granturismo in pieno stile Ferrari, equipaggiata da un V12 anteriore da 4.800 cc e 315 CV progettato dall’Ingegner Gioacchino Colombo. Le linee invece, tipiche della fine degli anni Settanta, erano state disegnate da Pininfarina.
Keith Richards guidò l’auto per le strade di Parigi durante la registrazione dell’album Dirty Work (tra cui troviamo One hit to the body ed Harlem Shuffle) e una volta tornato a Londra la portò con sé, ma non venne praticamente più utilizzata. La Ferrari 400 i di Keith Richards è stata battuta all’asta dopo quasi 35 anni dall'acquisto ed appena 3.000 chilometri percorsi da RM Sotheby’s. Era il 2018, e l'auto praticamente immacolata. Il prezzo? 345.000 euro.

La Pontiac Chieftain “Silver Streak” di Exile on Main St.
La Pontiac Chieftain Silver Streak (chiamata così per via delle strisce cromate all’anteriore) venne acquistata di seconda mano da Keith Richards in Costa Azzurra. Era la primavera del 1971 quando gli Stones arrivarono a Villefranche-sur-Mer in esilio fiscale. Keith guidava una Jaguar E-Type, che decise poi di sostituire con questa Pontiac Chieftain di seconda mano. È il periodo in cui dentro il seminterrato di Nellcôte, la villa da 16 camere presa in affitto da Keith, i Rolling Stones registrarono uno degli album più famosi della loro lunga carriera: Exile on Main St.
La Pontiac accompagnò Richards durante tutta la sua permanenza in Francia, per poi finire in Inghilterra nel febbraio del 1975. L’auto rimase in suo possesso fino al 1985, quando venne acquistata da un appassionato. In seguito la vettura venne battuta all’asta da Bonhams nell'aprile del 2012 per la sorprendente cifra di 42.143 euro.
