Anche quest’anno, Sanremo divide l’Italia più dei vaccini e del Grande Fratello. Ad andare in scena, questa volta, è la lotta tra chi vorrebbe il pubblico in sala e chi non vorrebbe proprio che Sanremo esistesse ancora, nell'anno del signore 2021. Chissenefrega.
In questi giorni, infatti, sta tornando a girare in rete il video di una Ferrari F40 LM parecchio speciale che sfreccia a Spa. Non una F40 qualunque, ma una one off realizzata a mo’ di Barchetta. Una specie di bestemmia per i puristi del cavallino, ma che è in grado di cantare meglio di Morgan e di correre più veloce del buon Bugo dopo essere stato insultato in diretta nazionale.
Già di per sé avere una F40 è il sogno proibito di molti, noi compresi, figurarsi avere una delle 19 LM esistenti personalizzata e fatta su misura per sverniciare a 370 km/h e la faccai al vento chiunque osi incorciare la propria supercar lungo il vostro cammino.
L’idea è pazza e la realizzazione fa storcere il naso ai più ma l’idea è nata da uno dei Gentleman-Driver più celebri della 24 di Le Mans degli anni 60. Non a un riccastro qualunque, quindi, ma uno che è riuscito ad arrivare a podio ben cinque volte tra il 1959 e il 1967 e che ha ben in mente cosa voglia da un’auto sportiva.
Parliamo del belga Jean Beurlys, nome d’arte di Jean Blaton, mancato lo scorso 17 dicembre. Classe 1927 e talento da vedere, il belga era riuscito ad accaparrarsi una F40 LM nel 1990. Non contento dei “miseri” 720 CV sprigionati dal V8 da 2,9 litri della vettura originale, decise, così, di metterci mano, incrementando i CV fino a 760 e raggiungendo in questa maniere un rapporto peso potenza inferiore a 1 CV/Kg.
A lavorare su questa one off è stato l’italiano Michelotto, il concessionario di Padova che aveva realizzato le F40 LM dietro richiesta di Ferrari, assieme a Tony Gillet, nome che non ha bisogno di introduzioni nell’ambiente dell’automobilismo.
Per dare la nuova forma alla Ferrari i due hanno tagliato via il tetto e cominciato a lavorare di clay per tracciare le nuove linee. Il risultato è abbastanza evidente: il roll bar sostituisce il tetto e incrementa la rigidità, mentre il parabrezza è stato sostituito da una sagoma in policarbonato.
Le sospensioni sono state completamente riviste, con l'impiego di una configurazione a quattro ruote indipendenti, come le più moderne Ferrari Enzo e FXX, mentre gli scarichi sono stati spostati davanti all’asse posteriore.
Insomma, de gustibus non est disputandum, ma Ferrari all’epoca si era dissociata da questo tipo di personalizzazioni e aveva imposto la rimozione del Cavallino dalla carrozzeria, elemento ancora oggi assente. La F40 in questione è anche andata all’asta, nel 2015, con una valutazione che si aggirava tra i 190 e i 245.000 dollari ma non è stata poi acquistata. Da allora ha fatto qualche sporadica apparizione fino a qualche anno fa. Poi il nulla.
Chissà se, un po’ come i cantanti-dinosauri che ogni tanto tornano a calcare il palco dell’Ariston, verrà prossimamente tolta anche lei dalla naftalina per farci sentire, ancora una volta, il suo incredibile suono.