I Daft Punk si sono sciolti dopo 28 anni di carriera. Il duo francese era riuscito a portare la musica elettronica al mondo, anche in un mondo in cui la musica identificava la persona che stava ad ascoltarla. Quando c’era chi sparava nel walkman solo l’hard rock, chi metteva nello stereo l’hip-hop e chi pompava in macchina la techno, loro c’erano. Con un posto speciale, un po’ nascosto, tra i dischi di ognuno. “Non è il mio genere, ma sono bravi”. Bravissimi. In quasi trent’anni di carriera i Daft Punk sono stati un linguaggio universale, a volte scherzoso ed altre trascendentale, forti di un approccio laterale alla musica. E poi erano fighi da matti, con i loro caschi anni Ottanta un po’ robot e un po’ piloti.
Il video con cui il duo ha deciso di salutare il mondo della musica è personale, quasi didascalico, con uno dei due che decide di smettere di camminare chiedendo all’altro di farlo esplodere. Come a dire basta, va bene così. E l’altro esegue in silenzioso rispetto. Epilogue, così si chiama il video che si conclude con un’eloquente “Daft Punk 1993 - 2021”, riprende un altro celebre lavoro di Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter: Daft Punk’s Electroma, pellicola presentata a Cannes nel 2006. Poco più di un’ora in cui i due robot tentano di uscire dal proprio personaggio di metallo in un’atmosfera fantascientifica, senza parlato. C’è la musica, ma non è composta da loro. C’è, soprattutto, una Ferrari 412 del 1987 targata human. Non la più affascinante delle auto di Maranello, né la più veloce. Lussuosa, squadrata ed elegante però, questo si. Perché l’auto non doveva rubare la scena, ma era importante che fosse una Ferrari e che rappresentasse l’auto giusta per i lunghi viaggi.
La Ferrari 412, presentata nel 1985, andò a sostituire la 400i, di cui fu un leggero aggiornamento. Il motore, il tradizionale V12 di Maranello, venne aumentato di cubatura fino a 4943 cm3 per una potenza di 340 CV ed una velocità massima di 250 Km/h. Rimase in produzione per quattro anni prima di essere sostituita dalla 456 GT, e ne vennero costruiti soltanto 303 esemplari. Nel 2011 i Daft Punk vendettero la loro 412 all’asta per beneficienza, con “Una media di 1.000 km all’anno, sperando che venga mantenuta sotto il caldo sole della California” per 42.000$, poco meno di 35.000€.
Altro momento altissimo dei Daft Punk nel mondo dei motori risale al 2013, più precisamente quando la scuderia Lotus F1 decise di presentare la monoposto di Romain Grosjean assieme al duo francese, che di lì a breve avrebbe pubblicato Random Access Memories, ultimo album in carriera. La breve clip, sulle note dell’(incredibile) Giorgio By Morder, è stata qualcosa di avveniristico anche per la Formula 1.