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McLaren Artura,
diversa ma sempre uguale.
Anche questa volta la first
reaction non è uno shock

  • di Umberto Mongiardini Umberto Mongiardini

17 febbraio 2021

McLaren Artura, diversa ma sempre uguale. Anche questa volta la first reaction non è uno SHOCK
Cambia tutta, dentro e fuori, ma non riesce a scaldare i cuori come le vetture della concorrenza. E poi che sfiga debuttare lo stesso giorno della GT3

di Umberto Mongiardini Umberto Mongiardini

"Zio, fai un testo ed è sempre lo stesso testo. Cambia il beat sotto ma è sempre lo stesso pezzo. Tipo: questo l'hai già detto, questo l'hai già detto. Questo l'hai già detto e via dicendo da un decennio" cantava Marracash quando era ancora allegro (o forse lo sembrava soltanto) ed è proprio questo il passaggio che ci è venuto in mente dopo che, nelle scorse ore, abbiamo posato gli occhi, per la prima volta, sulla nuova McLaren Artura, l'ultima arrivata della Casa di Woking.

Certo, come è ovvio, si tratta di un'auto per cui, la metà degli appassionati di tutto il mondo baratterebbe probabilmente una parte del proprio corpo. Ci sono i contenuti, c'è l'innovazione, ma manca, come sempre è accaduto in McLaren probabilmente dai tempi del suo ritorno sul mercato delle auto di serie con la MP4-12C, l'effetto WOW.

La rivoluzione per quello c'è anche, ma si trova sotto la carrozzeria. Per la prima volta compare, infatti, il V6 biturbo da 3.0 litri "M630", progettato per essere il più compatto possibile, nonostante l'ampio angolo di banco dei cilindri (120 gradi), e che riesce a essere anche più leggero di oltre 40 kg rispetto al vecchio V8.

A questa unità, capace da sola di 585 CV e 585 Nm, è abbinato un motore elettrico a flusso assiale (inedito in campo automotive) montato tra motore termico e cambio, in grado di erogare 95 CV e 225 Nm. Il mix di V6 ed elettrico è abbastanza letale: 680 CV e una coppia massima di ben 720 Nm. A muovere l'auto un nuovo cambio a doppia frizione a otto velocità privo, però, curiosamente, di retromarcia. Merito della presenza del motore elettrico che può essere usato per manovrare la vettura all'indietro e che può, per altro, può essere caricato in modalità plug-in (il pacco batterie è da 7,4 kWh), assicurando alla Artura un'autonomia di 30 Km, in modalità full electric, con una velocità di punta di 130 Km/h. Presente un differenziale a slittamento limitato controllato elettronicamente, con funzione di torque vectoring, e un nuovo telaio monoscocca in carbonio, il quale, grazie alla presenza della carrozzeria in alluminio, riesce a fermare la bilanzia a soli 1498 kg in ordine di marcia - davvero pochi per un'auto ibrida. Una scheda tecnica realmente impressionante che colloca la nuova Artura, tra la GT e la 720S, con la linea Sports Series (un tempo composta da 570S, 600LT, 620R) ormai bella che pensionata, e con un prezzo di partenza fissato a 231.000 euro.

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  • McLaren Artura, diversa ma sempre uguale. Anche questa volta manca l’effetto shock
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Che sia questo il futuro di McLaren? Molto probabilmente sì, ma pare un po’ noioso. Perdonateci, ma dopo aver cambiato motore, avere fatto il grande passo dell’elettrificazione della power unit e aver stravolto il telaio in fibra di carbonio, la divisione design avrebbe dovuto osare decisamente di più. First reaction? Poco shock. Stesso discorso per gli interni, molto ben realizzati ma un po’ poco personali e troppo simili agli altri modelli, tanto da far passare quasi inosservato il nuovo dashboard e il nuovo schermo centrale, al pari dei nuovi equipaggiamenti elettronici, in grado di portare McLaren nella modernità con il debutto dei sistemi Adaptive Cruise Control con funzione Stop&Go, Lane Departure Warning, Road Sign Recognition e High-Beam Assist, fino ad ora rinnegati sull'altare della leggerezza.

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Un debutto, insomma, che non ha strappato lo stesso quantitativo di consensi della super idolatrata nuova Porsche 911 GT3, presentata praticamente nelle stesse ore. Non che si tratti di vetture propriamente in diretta concorrenza - tra le due ballano 170 CV a favore dell’inglese, motore aspirato contro ibrido, sportiva ma comunque stradale (la McLaren), super pistaiola la GT3 - ma la differente accoglienza è sotto gli occhi di tutti e in buona parte, innegabilmente, ciò dipende da linee della vettura inglese, sempre troppo uguali a loro stesse.

Che si sia optato per una conservativa per evitare un infarto agli amanti del marchio, già provati dal cambio di propulsore? Possibile anche se, più banalmente, la verità è che, forse, i ragazzi di Woking sono semplicemente così: tradizionalisti, come lo sono tutti gli inglesi. D'altra parte, chiedereste mai alla regina di abbandonare i suoi completi in favore di un look moderno?

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