La nazionalizzazione delle imprese torna al centro del dibattito politico per la neonata Stellantis, rincorrendo un modello francese che, negli ultimi anni, ha sempre fatto delle partecipazioni statali un punto di forza per le aziende automobilistiche. A svelarlo, in un’intervento a Radio24, è il vicepresidente all’Economia Antonio Misiani (PD), il quale ha dichiarato che: “Personalmente non ritengo un tabù l’ipotesi di un ingresso pubblico nella nuova società analogamente alla quota già posseduta dal governo francese”. Una strada che, secondo le indiscrezioni, sarebbe già ad uno stadio ben più avanzato della semplice ipotesi. Una scelta simile porterebbe necessariamente ad un aumento di capitale, nonché ad un’eventuale partecipazione alle perdite della società da parte dello Stato, ma allo stesso tempo offrirebbe più controllo (e quindi tutela dei lavoratori) sull’operato del CEO Carlos Tavares.
Quest’ultimo, che ha già dichiarato di essere fuori da ogni patriottismo (“Fortunatamente non sono francese, italiano o americano, ma portoghese”) ha già voluto incontrare i sindacati italiani e visitare lo stabilimento di Melfi, dove attualmente vengono prodotte Jeep Compass, Renegade e Fiat 500X.
Dall’incontro con il CEO di Stellantis è emerso che gli investimenti stabiliti da Sergio Marchionne nell’ultimo piano industriale FCA (2018 - 2023) non verranno intaccati, ma resta da capire come verranno riorganizzati gli investimenti per il prossimo ciclo, il primo dopo la fusione con i francesi di PSA.
Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera i sindacati italiani si sono detti soddisfatti dall’incontro avuto con Tavares il quale, dopo dieci anni, ha riunito tutte le parti in causa in un’unico meeting, mentre la prassi era sempre stata quella di separare i firmatari del contratto FCA (FIM, UILM, FISMIC, UGL) dalla FIOM. “Consideriamo molto importante che abbia incontrato tutti i sindacati - ha dichiarato il segretario generale Francesca Re David - È stato un atto di rispetto verso lavoratrici e lavoratori avere voluto subito incontrarci”.
"Tavares ci ha assicurato che l'Italia è centrale per Stellantis", hanno poi dichiarato Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano della FIM-CISL. "Per noi è un fatto positivo, in particolare per le opportunità e le sinergie che si svilupperanno: si potranno rafforzare i brand italiani e fare nuovi progetti su modelli e marchi, in particolare Alfa Romeo e Maserati, per renderli più performanti e profittevoli e per incrementare l'attività negli stabilimenti".
Il matrimonio, insomma, sembra nato sotto una buona stella - che poi sono quindici, se contiamo tutti i brand racchiusi da Stellantis - anche per quanto riguarda marchi storici come Alfa Romeo e Maserati. Resta da capire se (e come) Tavares avrà intenzione di agire nei confronti di Lancia, di cui è grande appassionato.