Il lato buono della crisi si chiama Stellantis. Il nuovo colosso automobilistico nato il 16 gennaio scorso dalla fusione dei gruppi automobilistici FCA e PSA, vuole usare il passato come trampolino di decollo verso il futuro. Di questo è convinto il ceo Carlos Tavares che, in una lunga intervista a Il Sole 24 ORE, ha spiegato la strategia che renderà la holding competitiva.
Per Tavares, la forza viene dal passato, come dimostrano i due Gruppi forti da cui nasce Stellantis, neppure lontanamente in crisi: “Fca non era in crisi, Psa non era in crisi” puntualizza Tavares e i risultati dello scorso hanno mostrano la solidità finanziaria del colosso: per Fca il 2020 si è chiuso con un risultato netto in pareggio e ricavi in calo del 20% a 86,6 miliardi di euro. Psa, invece, ha registrato un utile netto di gruppo di 2,2 miliardi di euro e ricavi pari a 60,7 miliardi, in calo del 18,7% rispetto al 2019.
Il bilancio, però, non esclude l’esigenza di un rilancio. La holding vuole dimostrare che, più delle dimensioni, contano i valori: “Oggi il punto è la qualità” spiega Tavares, che non risparmia le critiche verso quei grandi gruppi che “aprono e chiudono stabilimenti”, così come quel “pregiudizio di fondo che conduce a una maggiore propensione verso chi è giovane: è scorretto e non tiene conto di quanto già siamo cambiati in questi due anni” spiega sempre su Il Sole.
Quando si parla di futuro, il gruppo che attraverso marchi come Peugeot, Citroen e Fiat ha fatto la storia dell’automotive punta a due elementi strategici. Il primo è quello ambientale: entro la fine di quest’anno, Stellantis proporrà un totale di circa 40 modelli elettrici. Anche la partnership con Waymo e Psa per la guida autonoma sarà centrale nella creazione di una produzione che vede in Tesla un competitor. Tavares rivendica l’importanza dei costruttori tradizionali, spesso messi in secondo piano rispetto alle startup della new economy.
“Occorre partire dalle persone, da quello che cercano” sottolinea Tavares, che si dichiara in continuità con la linea del compianto Sergio Marchionne, Ceo di Fiat Chrysler fino al 2018: “Riuniremo il meglio delle due famiglie in modo che ogni team specifico sia rappresentativo dei migliori della nostra famiglia allargata” spiega. Per raggiungere le sinergie preannunciate, il colosso punta a creare business unit dedicate su brand di lusso come Maserati, e gruppi specifici per Alfa Romeo, per esempio. E assicura: niente chiusura di stabilimenti. Una grande scommessa in Italia, visto che nel Belpaese Stellantis ne annovera cinque.