Una sola voce si erge contro il “fondamentalismo ambientalista” dei burocrati Ue, quella di Toyota. L’azienda giapponese, la più grande al mondo per numero di vendite, non ha mai perso l’occasione per esprimere i propri dubbi riguardo la transizione green del settore automobilistico. Un pensiero contro corrente che è possibile anche nella sua produzione; quest’ultima a trazione termica o ibrida, e a favore dell’utilizzo di tecnologie alternative. Talmente fuori dagli schemi, che il brand guidato da Akio Toyoda (presidente della Toyota Motor Corporation) è stato addirittura tacciato di essere rimasto indietro nello sviluppo di veicoli elettrici. Ma l'imprenditore giapponese ha sempre sostenuto l’operato della propria azienda parlando di un “approccio multi-percorso”. In poche parole, secondo il pensiero di Toyoda, le auto elettriche dovrebbero essere sviluppate senza escludere le altre tecnologie che garantiscono un basso (o un nullo) impatto ambientale, come le vetture ibride o addirittura quelle alimentate a idrogeno, un vero cavallo di battaglia di Toyota. Comunque sia, in un recente incontro con i dipendenti del marchio, Toyoda ha sostenuto che “il nemico è la Co2”. Dunque, l’obiettivo di arrivare a un futuro a zero emissioni c’è, ma sono i modi che (secondo Toyoda) sono sbagliati.
Inoltre Akio Toyoda, nipote del fondatore del colosso automobilistico nipponico, si è lanciato anche in una previsione piuttosto pessimistica riguardo il futuro delle auto Ev. Secondo l'imprenditore giapponese, infatti, “i veicoli elettrici a batteria garantiranno solo un massimo del 30% del mercato [...] con il restante 70% occupato dai veicoli elettrici a celle a combustibile, ibridi e auto a idrogeno”, parole riportate da Yahoo!. E ha anche affermato che “dovrebbero essere i clienti e non le normative o la politica, a prendere questa decisione”, e ancora, riprendendo sempre quanto riportato da Yahoo!, che “l’attrattiva delle auto elettriche è limitata perché un miliardo di persone nel mondo vive ancora senza elettricità, inoltre sono costose e necessitano di infrastrutture di ricarica per funzionare”. Il presidente della Toyota Motor Corporation ha quindi sostenuto l’approccio alternativo della propria azienda; una sorta di battaglia contro i mulini a vento, tant’è che Toyoda ha affermato che “è difficile combattere da soli”. L’ultima previsione fatta dall’imprenditore riguarda, invece, le banche. A quanto pare, queste potrebbero presto “smettere di prestare denaro alle aziende che continuano a costruire motori alimentati a combustibili fossili” (fonte Yahoo!). Ma nonostante ciò, Toyota al momento starebbe lavorando a un nuovo motore a combustione.
Un approccio contro corrente, dunque, quello di Toyota, ai limiti dell’anarchia anzi, ma che sembra portare i suoi frutti. Infatti, in soli undici mesi del 2023 il brand giapponese ha prodotto la bellezza di 9,2 milioni di veicoli, l’obiettivo era di sfondare lasoglia dei dieci milioni entro la fine dell'anno, e le vendite da gennaio a novembre sono aumentate del 7% (dati Yahoo!). Dall’altra parte, invece, sul mercato britannico, la quota di auto elettriche nelle vendite complessive si è ridotta dal 16,6% nel 2022 al 16,5% nel 2023, mentre la Society of Motor Manufacturers and Traders auspicava all'inizio dello scorso anno si auspicava una quota del 17,2%. In Italia, invece, secondo i dati di HDmotori, questa percentuale si è fermata ad appena 4,2% (3,7% nel 2022), mentre nel resto d’Europa si oscilla tra vari risultati, alcuni più ottimisti, altri meno. E se fosse davvero Toyoda ad avere ragione?