Tralasciando le polemiche innescate in merito all’opportunità o meno della nascita del Ministero della transizione ecologica, quello che appare certo a inizio 2021 è che una vera transizione richiede sforzi e impegni – infrastrutturali in primis – che al momento sono molto distanti dalla nostra quotidianità. È questo il quadro che emerge dal bel report targato Corriere della Sera, che si muove sull’asse Torino-Milano-Roma-Napoli per verificare lo stato della suddetta transizione in Italia e i propositi delle amministrazioni locali.
Prima di farlo passa in rassegna i numeri complessivi per la nazione, che non dipingono certo uno scenario felice: 38,5 milioni di auto in Italia al 30 giugno 2020, il 27,1% delle quali Euro 4; età media delle auto 11 anni e mezzo, con poco meno della metà di quelle vendute nel 2020 che restano a benzina; le elettriche corrispondono al 2,3% del mercato, con appena 13.176 colonnine di ricarica presenti (ma non sempre funzionanti) in tutto il Paese. Certo, ibride ed elettriche crescono, ma la pandemia ha inevitabilmente rallentato il tutto, considerando un anno caratterizzato da un numero di immatricolazioni ai livelli del 2013 e storicamente tra i più bassi dal 1990 ad oggi.
Tra le metropoli, Torino appare di certo come quella messa meglio, in procinto di avviare il cosiddetto sistema Maas – Mobility as a service, vale a dire un modello basato sull’integrazione di tutti i mezzi di trasporto, che segue necessità e preferenze degli utenti nelle loro abitudini di mobilità quotidiana. Torino è anche la città dove il bike sharing ha mostrato la crescita maggiore durante la pandemia, seguìta in questo senso da Milano, dove il fenomeno dei monopattini ha a tratti letteralmente invaso parti la città, favorendo almeno una piccola parte dello sperato avvicinamento alla mobilità green. Ma c’è ancora molto da fare, specie sul fronte colonnine di ricarica: appena 500 su tutto il territorio, ma l’obiettivo – spiega l’assessore alla mobilità Marco Granelli – è quello di arrivare a mille in breve tempo e obbligare ogni distributore di benzina a installare entro il 2023 anche gli impianti di ricarica elettrica.
Roma si fa invece vanto dell’impegno dell’amministrazione Raggi per le ciclabili: ben 64 chilometri di piste realizzati dal 2016 ad oggi, con la pandemia che ha spinto i cittadini a farne un maggior utilizzo; ma anche qui le colonnine di ricarica scarseggiano (appena 339 a ottobre 2020), mentre i lavori su nuove metro e funivie vanno avanti lentissimi.
Di gran lunga la città meno green risulta Napoli: circolano auto vecchissime (il 40% delle vetture ha 16 anni e più), zero colonnine di ricarica funzionanti, poche decine di chilometri di piste ciclabili e un trasporto pubblico che continua a mostrare enormi problemi, specie in alcune tratte chiave di Cumana e Circumvesuviana, incluse tra le peggiori linee ferroviarie d’Italia nell’anno appena concluso dal recente rapporto Pendolaria 2021.