Per quanto uno possa impegnarcisi con tutte le proprie forze, può capitare, a volte, che un progetto stenti ad andare per il verso giusto, anche se ci si investono sopra dei milioni. Questa parrebbe essere la parabola della Bloodhound LSR, l’autorazzo ccostruito per battere il record di velocità al suolo e raggiungere le 1000 miglia orarie, pari a circa 1.600 km/h.
Il problema è che tra la carta e la realtà sembra sempre esserci un tassello mancante, un dannatissimo dettaglio in grado di fermare questa specie il razzo terra-terra a meno di 763 miglia orarie, l’attuale record.
Se da una parte è apprezzabile la costanza con cui i ragazzi di Bloodhound hanno lavorato in questi anni, dall’altra, la loro ostinazione sembra una forma di accanimento terapeutico su di un progetto che forse, semplicemente, dovrebbe essere lasciato morire.
Nel giro di dieci anni, il progetto ha richiato già una volta di andare in bancarotta, prima di essere salvato dall’intervento dell’attuale proprietario Ian Warhurst. A causa della crisi economica inflitta dalla pandemia, però, anche lui si trova, ora, in grave difficoltà. È questo il motivo per cui si è deciso a cercare qualcuno disposto a pagare la cifra monstre di 11 milioni di dollari per portarsi a casa il suo Bloodhound LSR e tutto il know how raccolto in questi anni.
Esiste qualcuno, al mondo, disposto a tirare fuori una somma del genrere per proseguire in un progetto finora tanto fallimentare? “Il lavoro riprenderà nei prossimi mesi per prepararsi a un tentativo di record per il 2022" ha detto l'attuale proprietario. "L’alternativa sarebbe quella di mettere l’auto in un deposito a lungo termine, senza la certezza di poter riavviare il progetto". Ecco perché "mentre la prospettiva di un mondo post-Covid si avvicina, il team di Bloodhound deve ora trovare un nuovo proprietario per continuare la sua avventura".