La Gigafactory Shanghai di Tesla riesce a produrre una Model 3 o una Model Y in 40 secondi. O almeno così viene dichiarato e mostrato in un video da parte dell’azienda. In realtà non è proprio così, considerando che il pur notevole dato dei 40 secondi (inferiore almeno nell’autocertificazione anche ai 49 secondi dell’impianto Ford in Michigan) riguarda solo la parte finale della produzione del veicolo, ossia l'assemblaggio delle parti già predisposte in precedenza.
Il risultato è frutto di decine di bracci robotici al lavoro contemporaneamente in ogni stazione: Tesla ha dichiarato che nei primi sei mesi del 2023 la fabbrica di Shanghai ha funzionato quasi alla massima capacità, con una capacità annua di un milione di veicoli. Ma non tutto “luccica”, perché a luglio proprio a causa dell’elevato “efficientamento” sono stati dismessi dei lavoratori addetti alla linea di produzione di batterie, sostituiti da apparecchiature automatizzate perché l’ottimizzazione dei costi e la semplificazione della produzione sarebbe la chiave del successo (si parla di mezzo milione di veicoli elettrici provenienti dalla Gigafactory già venduti quest’anno), anche se Tesla avrebbe offerto loro di passare ad altri settori.
Tornando alla questione dei 40 secondi fatta passare pubblicato sul profilo Twitter dell’ente del turismo di Shanghai (con un'influencer entusiasta che entra nella fabbrica “magica” che crea Model 3 o Model Y in meno di un minuto), si può se proprio parlare di assemblaggio lampo, non di produzione: “È solo un modo – commenta Antonio Carcaterra, professore di meccatronica della Sapienza e direttore del dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza. Sentito da Fanpage – per mettere insieme tutto quello che è già stato costruito da altri. È molto meno incredibile di quanto non sembri, o di quanto vogliano far credere. Nel mondo dell’automotive parliamo di assemblaggio quando vengono montate le parti prefabbricate, quindi che sono state prodotte prima, come le batterie, i motori o le ruote. È la fase finale dove vengono messe insieme le parti. Dobbiamo anche dire che non esiste un test o una gara di assemblaggio, quindi non ci sono gli elementi per dire che Tesla è l’azienda più veloce al mondo. Anche perché nel video non è che si capisca bene”. E tutta questa velocità potrebbe avere anche delle controindicazioni: “La tecnologia robotica di oggi – sottolinea il professore – vede un certo antagonismo tra velocità e precisione, si possono mettere insieme sistemi efficienti e rapidi, ma di solito se le macchine impiegano poco tempo a produrre qualcosa sono meno precise. Diciamo che Tesla gioca facile perché sceglie di investire sulla velocità a scapito della precisione in una fase dove non è richiesta, è diverso costruire un motore rispetto a montare una ruota”. Insomma, “c’è molta pubblicità in questa comunicazione”, senza contare il fatto che magari con più velocità (apparente, perché il tempo complessivo dipende anche e soprattutto dalle altre fasi produttive) possono aumentare anche i costi.