Il sindaco di Roma ha emesso un'ordinanza che vieta la circolazione dei mezzi più inquinanti nell'area Ztl, includendo le auto più vecchie e le vetture storiche immatricolate da più di 20 anni (con alcune deroghe per i mezzi delle forze dell'ordine, del servizio pubblico, i mezzi per il trasporto dei rifiuti urbani, le auto del servizio diplomatico, quelle della Città Stato del Vaticano e quelle autorizzate in occasione di particolari cerimonie, per esempio la Lancia Flaminia usata per Mattarella nella parata del 2 giugno). Questa decisione ha suscitato preoccupazione tra gli appassionati di auto storiche, che a Roma rappresentano solo lo 0,25% del totale dei veicoli registrati in Italia e percorrono solo lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d'uso quotidiano. Per questo motivo l'Automotoclub Storico Italiano ha presentato un ricorso al Presidente della Repubblica, chiedendo di considerare le deroghe per questi veicoli.
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“Asi ha dialogato con l’amministrazione di Roma Capitale – le parole del presidente Alberto Scuro – portando proposte mirate alla possibilità di usare i veicoli storici per soli scopi ludico-ricreativi e per il turismo lento, quindi con limitazioni di orari tali da scongiurarne l’uso quotidiano e pendolare. Inoltre, proponiamo di monitorare, a un anno dall’entrata in vigore delle eventuali deroghe, il loro effetto. Essendo i veicoli storici per cui chiediamo le deroghe registrati alla Motorizzazione, il loro numero e la loro anzianità sono facilmente valutabili. Proponiamo di monitorarli e di valutare dei correttivi dopo dodici mesi dalla loro applicazione, nella massima trasparenza e concretezza”.
Da parte sua, l'Automobile Club Italiano (Aci) è più cauto sulle deroghe proposte dall'Asi, suggerendo una selezione più efficace autorizzando l'ingresso nei centri urbani solo per i modelli elencati nella “Lista di salvaguardia”. Non è la prima volta che la questione arriva all'attenzione del Quirinale. Già lo scorso marzo il Presidente della Repubblica aveva accolto un ricorso dell'Asi contro un divieto simile introdotto dalla Regione Piemonte: “Il Capo dello Stato – la posizione di Scuro riportata dall’Agi – ha già chiarito che i veicoli storici sono una risorsa e non possono ai fini della circolazione essere considerati solo come i veicoli più inquinanti. Non possono essere equiparati a veicoli vecchi”.