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"Caro Silvio...". "Mio Vladimir...",
ecco le lettere dolcissime tra Berlusconi
e Putin (in un fake ma neanche tanto...)

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

19 ottobre 2022

"Caro Silvio...". "Mio Vladimir...", ecco le lettere dolcissime tra Berlusconi e Putin (in un fake ma neanche tanto...)
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” cantava Antonello Venditti. È quello che sta succedendo tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Lo ha confermato l’ex Cavaliere, rivelando di aver ricevuto una lettera “dolcissima” da parte del presidente russo per il suo compleanno, alla quale ha risposto con un’altra lettera altrettanto dolce. Così, noi di MOW, abbiamo provato a immaginare il contenuto di questa corrispondenza di amorosi sensi tra le due vecchie “tigri dell’Amur” grazie alla "fedelissima" ricostruzione dello scrittore Ottavio Cappellani

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

È un momento magico per Silvio Berlusconi. Nonostante alle elezioni Forza Italia non abbia ottenuto un grande risultato, si trova nella posizione ideale per scompaginare le carte a tutti: da Giorgia Meloni per la scelta dei ministri, che sta ostacolando con le sue richieste folli, fino all’opposizione che sembra azzerata dalle dichiarazioni critiche dell'ex cavaliere verso la maggioranza. Ma quel che ha più commosso è l’amore mai sopito per Vladimir Putin, che dopo la riunione con i senatori azzurri, dove Licia Ronzulli è stata proclamata capogruppo, è riesplosa in tutto il suo romanticismo: “Putin per il mio compleanno mi ha mandato 20 bottiglie di vodka e una lettera dolcissima" ha raccontato. "Io gli ho risposto con bottiglie di Lambrusco e con una lettera altrettanto dolce”. E noi di MOW, in esclusiva, siamo in grado di proporvi lo scambio epistolare tra le due vecchie “tigri dell’Amur” ricostruito (come fake, ma non troppo) dallo scrittore Ottavio Cappellani.

La complicità tra Vladimir Putin e Silvio Berlusconi
La complicità tra Vladimir Putin e Silvio Berlusconi

La lettera di Vladimir Putin a Silvio Berlusconi:

Carissimo Silvio,

Ti ho pensato nel giorno del tuo compleanno e gioia e malinconia mi hanno invaso il cuore. Ho dovuto persino lasciare un momento la war room per asciugarmi una furtiva lacrima. Ho accennato un solitario passo di tango e dal mio animo è sgorgato così tanto amore che ho richiamato un soldato dal fronte per fargli riabbracciare la famiglia. Certo poi ho dovuto abbattere lui e la sua famiglia: io non possiedo le tue istrioniche qualità di narratore e non avrei saputo trovare le esatte parole per descrivere adeguatamente l’intensità di quel passo immaginario di tango con te.

Scusami se non ho risposto alle tue chiamate e alle tue missive, ma fino alle recenti elezioni eri utile come un bermuda decorato con palme e ananas in un gulag siberiano. Adesso invece vedo che ti stai battendo come una tigre dell’Amur (si chiama davvero “dell’Amur”, che è una regione dell’estremo Oriente della grande Madre Russia, anche se quando io penso all’Amur non penso ai confini del mio impero, ma penso a te) per ottenere il ministero degli esteri e quello della giustizia, entrambi a noi cari. Mentre ci sei, non potresti batterti come una tigre dell’Amur (scusa la macchia, era un’altra furtiva lacrima) anche per il ministero della difesa? Ci terrei.

Ti ricordo che io ho cinque migliori amici. Due ho dovuto abbatterli per pietà (erano malati, sai com’è). Adesso tu sei il mio primo migliore amico dei tre su cinque rimasti vivi.
Ti porto nel cuore.
Ti mando una cassa di vodka.

A prestissimo, mio caro dolce amichetto.

Tuo Vlad!

Berlusconi e Putin giocano con il cagnolino Dudù
Berlusconi e Putin giocano con il cagnolino Dudù

La lettera di risposta di Silvio Berlusconi:

Mio Vlad! Mio, mio, mio!

Oh tu non sai con quale impeto e slancio di armoniosi sentimenti ho ricevuto la Tua. Ti scrivo adesso da sotto la statua di una tigre dell’Amur (Che dedica! Che dolcezza! Che metafora!) che ho commissionato a Damien Hirst il quale me ne ha approntate due in dodici ore (una è in viaggio verso di te, “Amur” mio!). Il giorno che ho letto la Tua mi stavo recando da quellallà per dettarle la lista dei ministri, avevo il piglio della “nostra” tigre dell’Amur, ma poi la gioia mi ha invaso, ho cominciato a percepire gli odori autunnali, la natura che si preparava per un operoso inverno, piccioni, gabbiani, pantegane, mi sono sentito un tutt’uno con il trascorrere delle stagioni e il mio pensiero è stato invaso da noi due, a cavallo, a torso nudo, in montagna, a guardare le vacche tra le spighe del grano. Così, sono arrivato da quellallà e la tigre non c’era più, c’era solo l’Amur. Ho scritto dei nomi a caso e le ho detto: scegli tu. Nessuno capiva perché sorridessi così tanto, solo io serbavo il mio segreto dolcissimo.

Poi sono tornato a casa, ho bevuto la cassa di vodka (non fate così, voi, in Russia: bevete la cassa di venti bottiglie di vodka e poi gettate la cassa dietro le spalle (cazzo, ho rotto il vetro della tigre di Hirst). Quindi ho assaggiato anche qualche cassa di lambrusco per decidere quali mandarti (Licia, chiama Hirst, l’ultima cassa di lambrusco l’ha decapitata, o era già così?).

Non vedo l’ora di riabbracciarti e parlare dei nostri più intimi e nascosti desideri, quelli che si dicono soltanto al migliore amichetto. Anche tu sei il mio migliore amichetto, Vlad! Lo sei sempre stato! Sai, se mi dovessero chiedere quali sono i miei desideri per il futuro (lo dico solo a te!) risponderei 1) La pace nel mondo 2) Lavorare nel mondo dello spettacolo 3) Per farlo però bisogna studiare, la bellezza non basta 4) Mettere su famiglia 5) Anche se sono Miss Italia non mi voglio montare la testa.

Dopo la vodka e il lambrusco (ma davvero era già decapitata la tigre?) mi sono venute fuori quelle qualità che tu, nella tua generosità e affetto, hai elencato: l’estrosità, l’istrionismo. Così ho chiamato a raccolta tutti i miei parlamentari e ho detto a tutti quanto ti voglio bene e quanto dolce sia i nostro rapporto. Sì: ho detto proprio così, “dolce”! Non bisogna nascondere i propri sentimenti!

P.s. Poi ho dato la registrazione a LaPresse sia perché tutti sapessero, sia perché adesso, quellallà, con la minchia che lo fa il governo.

Sempre tuo,

Silvio.

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