image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

“La Mala”, altro che da bere: ecco com’era Milano prima degli aperitivi, delle startup e di CityLife, raccontata dal documentario Sky

  • di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

9 maggio 2022

“La Mala”, altro che da bere: ecco com’era Milano prima degli aperitivi, delle startup e di CityLife, raccontata dal documentario Sky
Il documentario firmato da Chiara Battistini, Paolo Bernardelli e Salvatore Garzillo ripercorre le vicende criminali dagli anni Settanta agli Ottanta, con i soliti romanzati Francis Turatello, Renato Vallanzasca e il Tebano, ma anche Cosa Nostra e Frank tre dita. Immagini e racconti con i protagonisti dell’epoca – anche magistrati – da cui emerge una Milano totalmente diversa da quella glamour che è diventata in seguito

di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

Chiunque, quando con il treno si arriva a Milano centrale, si lascia subito catturare dallo skyline e dalle luci della nuova-metropoli-italiana: internazionale, progressista, moderna, affascinante. Si vocifera, quasi: “Eh, Milano”. Ma esistono due città. Quella di oggi, appunto, la Milano smart, e quella di ieri, più recondita, sotterrata, dimenticata. Che è quella della Milano della mala, dei rapimenti, delle pistole al bar sotto casa, delle sale da gioco, dei night club. E che, come mi disse una volta un giornalista milanese residente all’estero, è “la vera Milano city”.

Immagini e racconti che mostrano una città completamente diversa da quella dei grattacieli di Citylife e del poké. Quella che, nel Dopoguerra, è passata dall’ospitare piccole bande di ladruncoli ad attrarre esponenti del crimine internazionale.

20220508 234512466 4999

Il concetto che passa fin da subito è chiaro. La città di oggi ha faticato molto per ripulire (o per nascondere) le nefandezze della mala dei Seventies; forse, anche grazie a quei soldi fatti dai criminali, la città di oggi ha obnubilato le tracce che quei personaggi così spietati avevano lasciato nella coscienza collettiva locale.

Perché prima della svolta da bere degli Ottanta, i Settanta avevano visto cicatrizzare a Milano il senso del crimine. Dalla ligera si passò alle rapine e ai rapimenti dei figli di industriali, che poi portarono all’avvento di Cosa nostra, che a sua volta iniziò a finanziare le attività di spaccio. Il criminale spara, rapisce, picchia perché deve, perché è il suo lavoro e come tale rispetta il poliziotto che sa fare il suo mestiere. Si crea un mestiere, si creano fazioni, si creano rivalità. Milano come Chicago, titola La Notte.  

Lo raccontano così i magistrati Achille Serra, Piercamillo Davigo, Antonio Nobili, che ne La Mala spiegano i dettagli di quelle nottate passate a interrogare il Tebano, o come, dopo la fuga dal carcere di San Vittore, hanno trattato con i fuggitivi della banda della Comasina in un palazzo circondato dalla madama - aver ascoltato i Baustelle, almeno, è servito a qualcosa. Di fronte a tanta violenza loro sono i buoni. Ma il fascino romantico che ammaliava i milanesi ai tempi - quelli che chiaramente non si chiudevano in casa dalla paura - conquista anche noi. La striscia di coca nei night, la rapina geniale, il fascino della pistola. Turatello, Vallanzasca, il Tebano, Antonio Colia erano i veri role model, le “facce da Vogue” che oggi, a Milano, sono evolute nei volti dei trapper sui muri di Porta Genova e degli startupper intervistati da Forbes.  

La stonatura con la Milano contemporanea è proprio in questi confronti. Se oggi si va a Milano per tentare la carriera, per lavorare nelle torri, per partecipare a uno stile di vita internazionale, negli anni Settanta andare a Milano era pericoloso. I bar erano siti loschi, uscire la sera era sconsigliato. Milano è stata il centro del crimine in Italia e ha attirato criminali dal sud e dagli Stati Uniti. Come Frank Coppola, detto Tre dita (le ha lasciate in una cassaforte in una rapina), ritenuto padre e padrino di Francis Turatello, uno dei most wanted man della mala milanese. Nomi che chi ha letto Pietro Colaprico o ascoltato il podcast Demoni Urbani di Francesco Migliaccio conosce bene e che in La Mala ritrova descritti nei minimi dettagli.

Ed è normale che queste storie suscitino fascino o interesse. È un mondo che oggi possiamo solo immaginare, ma che, come si intende da certi episodi, in realtà vive ancora e lo fa sotto un’altra pelle - anche se questo lo sapevamo già, ca va sans dire. Un mondo che dopo averlo incontrato ci fa rivalutare i quartieri e i palazzi glamour che si frequentano a Milano. E che, se ti piacciono le storie sanguinolente, non è per forza qualcosa di cui si deve aver paura.

More

A Milano arriva il social community manager di quartiere: ok, allora facciamo sindac* la Ferragni

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Siamo cittadini, non follower

A Milano arriva il social community manager di quartiere: ok, allora facciamo sindac* la Ferragni

Le 10 migliori serie fantasy: la guida definitiva di MOW

di Silvia Vittoria Trevisson Silvia Vittoria Trevisson

Serial delle mie brame

Le 10 migliori serie fantasy: la guida definitiva di MOW

Tag

  • Serie tv
  • la mala
  • Milano

Top Stories

  • Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)

    di Riccardo Canaletti

    Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)
  • Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?

    di Riccardo Canaletti

    Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?
  • E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...

    di Matteo Cassol

    E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...
  • Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”

    di Leonardo Caffo

    Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”
  • Quando tutti erano cantautori impegnati lui era già avanti e parlava del futuro: disinformazione, gossip, pigrizia. Cosa ci resta di Ivan Graziani, l'Andrea Pazienza della musica

    di Riccardo Canaletti

    Quando tutti erano cantautori impegnati lui era già avanti e parlava del futuro: disinformazione, gossip, pigrizia. Cosa ci resta di Ivan Graziani, l'Andrea Pazienza della musica
  • La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse

    di Cosimo Curatola

    La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse

di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Russia contro Ucraina (e Occidente): neanche il mondo dei comics è uscito dalla Guerra Fredda

di Michele Monina

Russia contro Ucraina (e Occidente): neanche il mondo dei comics è uscito dalla Guerra Fredda
Next Next

Russia contro Ucraina (e Occidente): neanche il mondo dei comics...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy