Dici Milano e dici danno. Fin dai tempi di quel memorabile #Milanononsiferma lanciato dal sindaco Beppe Sala in piena pandemia come se un hashtag avesse il potere di fermare i contagi da Covid-19 (e quindi di non ledere la sacra produttività del capoluogo meneghino), quando si parla di social(e) all'ombra della Madonnina è subito capitombolo con pernacchia. Ed eccoci di nuovo a tornare sul tema, grazie alla nascita di un'inedita figura nell'organigramma della città: il social community manager. Ovvero colui o colei che dovrà, da oggi in poi, risolvere problematiche e beghe di quartiere. È il welfare ai tempi di Chiara Ferragni, guys. Beh, a questo punto perché non fare direttamente lei sindac*, asterisco d'obbligo, di Milano? Con Fedez come portaborse, Leone all'Istruzione e Vittoria alle Politiche Giovanili. Tanto non basta che funzioni, basta che suoni social.
Il nuovo incaricato super cool che comincerà a svolgere le proprie funzioni, qualunque esse siano, dal quartiere di San Siro è stato annunciato giusto ieri, mercoledì 26 aprile, durante il forum (non online) "Milano Città Giusta" alla presenza dell'Assessore al Welfare del Comune, Lamberto Bertolè che, out of the blue, ha annunciato la sperimentazione: "La pandemia è stata uno shock e ci obbliga a metterci in discussione e a cambiare. Quindi vogliamo che nasca una nuova figura, quella del social community manager che abbia l'obiettivo di costruire reti e consolidare quello che già c'è, per rispondere non solo ai bisogni individuali delle persone ma anche ai bisogni dei quartieri e delle comunità". Il progetto, prosegue l'Assesore, se dovesse rivelarsi davvero utile, si allargherebbe poi ad altre zone come Gratosoglio, Molise-Calvairate, Giambellino e Ponte Lambro. Che engagement, signora mia!
Alcune domande: quale curriculum servirà per diventare "Social Community Manager" di quartiere? Perché dare un nome così digital e smart a una figura che potrebbe pure avere una sua importante funzione sul territorio reale? Non è stancante continuare ad avere l'impressione di essere percepiti come follower e non in quanto cittadini in 3D? Sala, quanti K siamo, oggi?
Il rischio, soprattutto a livello di percepito, è che nonostante l'annuncio di ben 540 milioni di euro spesi per il welfare dalla giunta comunale milanese, si continui a vivere nella bolla e mai al di fuori di essa, ossia nella vita vera. Ed è così che la Milano, imbruttita o no, diventando poi la classica barzelletta del "place to be" agli occhi dell'Italia intera. A questo punto, facciamola bene: Chiara Ferragni sindac* con dirette quotidiane sull'andamento e i progressi della città, ovvero della sua cabina armadio. Perché no? #Milanononsiferma.