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Abbiamo ascoltato il nuovo album di Franco126, Futuri Possibili, ma com’è? Se volessimo dargli un voto, sarebbe 10. Ecco perché non gli manca niente: dai feat alle produzioni al peso specifico delle parole. Un disco che ascolterete oggi e…

  • di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

28 marzo 2025

Abbiamo ascoltato il nuovo album di Franco126, Futuri Possibili, ma com’è? Se volessimo dargli un voto, sarebbe 10. Ecco perché non gli manca niente: dai feat alle produzioni al peso specifico delle parole. Un disco che ascolterete oggi e…
In Futuri Possibili, il nuovo album di Franco126, non manca nulla: ci sono i testi (ben scritti), i featuring (azzeccati e non scontati) e le produzioni di qualità (merito di Golden Years e Wism). Un disco che ascolteremo oggi, ma anche domani, che lancia un segnale per la musica: si possono ancora fare progetti di qualità. Sorprendete Ketama126, Coez ritrova la creatività e Giorgio Poi in apertura…

di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

Immaginate di stendervi sulla spiaggia, solo voi, il telefono in modalità aereo e le cuffie nelle orecchie. E notte, guardate il cielo, non ci sono nuvole, le stelle sono lì a farvi compagnia mentre ascoltate “Futuri possibili”, il nuovo album di Franco126. Un disco che arriva a quattro anni dall’ultimo progetto del cantautore romano che torna, insieme alla primavera, con tredici tracce che racchiudono molteplici mondi musicali, anche distanti tra loro. Ci sono le ballate, c’è la nostalgia, i ritmi tipici della trap, e le classiche canzoni d’autore della tradizione italiana. E forse saremo di parte, ma quando un disco si apre con un featuring con Giorgio Poi non può che iniziare bene. “Nottetempo” è quella canzone che ascolterete guardando fuori dalla finestra, pensando alla persona che amate, che forse neanche sa che la pensate così intensamente. “ E prende vita l’universo che hai dentro / invece io ti sto pensando lo ammetto / mentre si accendono le stelle sopra il tetto”. Una poesia, arricchita dalle parole di Giorgio Poi, che insieme a Franco126 è senza dubbio uno dei cantautori più interessanti del panorama italiano. Questo, come se ci fosse bisogno di un’ulteriore conferma, ci dice una cosa chiarissima: Franco126 sa scrivere. E lo sa fare muovendosi tra i generi, passando da pezzi più pop (che possono piacere anche al pubblico mainstream, che ascolta quasi in modo passivo la musica, interessato solo alle hit) a quelli più malinconici, che nascondono immagini che vanno interpretate, ognuno a modo proprio, perché la musica non sarà mai oggettiva e ognuno di noi troverà nei brani un po’ quello che vuole. Ed è bellissimo.

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Franco126 Magliocchetti

“Futuri possibili” è anche la dimostrazione che si può lavorare in modo concreto e sensato sulle produzioni (affidate a Golden Years, che se non conoscete vi consigliamo di recuperare, e in alcuni brani a Wism), ma soprattutto sulla scelta delle collaborazioni. Sì, perché ci siamo rotti i coglio*i di vedere sempre gli stessi nomi nei progetti. E Franco126 finalmente ci regala un album in cui non c’è un feat fuori posto: dal già citato Giorgio Poi a Coez (che finalmente sembra aver ritrovato la strada della creatività), da Ele A (per noi voce femminile più interessante del panorama rap) a Ketama126 (una vera sorpresa dell’album, “Vampiro” è uno dei brani più catchy del disco) a Fulminacci (perfetto per “Due estranei”, dove ci si chiede come sarebbe non conoscersi e vivere l’esatto momento in cui “l’amore si appicca dentro”). “Futuri possibili” è la rappresentazione di futuro possibile della musica italiana: testi di qualità, collaborazioni pensate, generi che coesistono senza stonare mai tra loro. Da ascoltare (e riascoltare) soprattutto la title track dell’album, una canzone d’amore in cui ci si interroga sui possibili futuri, ma soprattutto quelli in cui “ci meritavamo un gran finale, sul più bello a preso a grandinare”. Una storia d’amore per cui il destino ha avuto piani diversi: le strade si separano, provi a smettere di pensarci, ma come canta Franco126 “sento arrivare comunque gli spifferi da finestre invisibili”. Se volessimo dare un voto a questo disco sarebbe dieci, perché non gli manca niente ed è uno di quei progetti che fa ben sperare per un futuro della musica sempre meno di plastica e sempre più cantautorale, dove le parole hanno un peso specifico, così come le produzioni. Un futuro possibile dove la musica torna a raccontarci delle storie ci fanno pensare, sognare, anche un po’ struggere davvero. Un futuro in cui ci stendiamo sulla spiaggia, a guardare il cielo, i nostri pensieri non fanno più rumore e l’unica cosa che ci importa è di unire le stelle come fossero puntini, creando quelle emozioni che solo le canzoni ben fatte riescono a trasmetterci davvero. 

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