La comunità inclusiva per eccellenza esclude uno dei suoi storici rappresentanti, cioè Maurizia Paradiso? Chiariamo bene: guai a definirla rappresentante. Lei stessa alla Zanzara non ha fatto altro che mandare a fare in cu*o l'intera comunità, litigando con Nicole Borromeo, crossdresser. Il motivo scatenante? Maurizia Paradiso avrebbe dovuto partecipare come ospite a una serata organizzata dal Borgo delle Perse, un'organizzazione lgbtq+, ma la sua serata è stata cancellata in seguito alle dichiarazioni di Maurizia in un'altra puntata della Zanzara, passata alla storia del trash per frasi come “riesumiamo il Duce” o “Vannacci è l'unica persona che non scoreggia dalla bocca”. Sproloqui politici a parte, il problema è che la nostra senatrice del mondo trans ha anche speso alcune delle sue dolci paroline per l'universo omosessuale: “Un figlio deve avere una madre e un padre perché la parola mamma è troppo importante”, oppure “Io non ho mai partecipato a un Pride, ma ci andrei per mandarli a fare un cu*o”, aggiungendo che il Pride è soltanto “una forma di esibizionismo estremo”. Anche sulla correttezza lessicale, manco a dirlo, ha mantenuto il tipico aplomb: “Froc*o? Ma io uso anche la parola riccone, perché se scrivi ricchi*ne ti bloccano”.


Ne è nata una bella polemica, complice di nuovo Giuseppe Cruciani che ha messo di fronte Nicole Borromeo, crossdresser, che ha chiesto al Borgo delle Perse di non invitare Maurizia Paradiso, e Maurizia Paradiso stessa. Ecco cosa si sono dette in onda su Radio24. C'è una frase ricorrente, con la quale Maurizia apre la sua danza argomentativa. “Andate a fare in cu*o. Io ho subito nove processi, mi sono operata nel 1978 e venivo arrestata per questo. Quindi andate tutti a fare in cu*o. Per me, se un uomo ha i baffi, la barba e le ciglia finte e lo vede un ragazzino e lo chiama froc*o è normale”. “Però Maurizia ci sono modi e modi di esprimersi”, prova a ribattere Nicole Borromeo, “non ti puoi permettere di insultare la comunità!”. Maurizia Paradiso rilancia, mettendo in dubbio il concetto stesso di comunità Lgbt: “Ma chi è la comunità? Una manica di massoni rompicogli* ni. Ma andate a fare in cu*o. Tu cosa sai fare, oltre a puntare il dito sulle persone? Ma vai a cagare sulla luna”. Apprezziamo la semicitazione dell'Orlando furioso, ma proseguiamo. “Magari la donna vuole cambiare sesso”, abbozza Borromeo, ma la logica stringente di Maurizia è apodittica: “Se vuoi diventare donna fatti una vagina, cogli*ne!”. “Sei un pessimo esempio”, aggiunge il crossdresser, dopo che Maurizia ha definito la sua categoria come persone che “fanno scoregge enormi”, aggiungendo che la sua antagonista è solo “un maschio truccato da donna col cazz*o in mezzo alle gambe. Ma vai a fare in cu*o”, per l'ennesima volta, come un rosario. “Però Maurizia, so che vuoi bene alla comunità”, cerca di mediare Nicole. “Ancora con sta comunità, non esiste la comunità. Esistono le persone. Basta con questa buffonata della comunità. Andate a cagare e lavatevi la faccia”. E qui si chiude la diatriba filosofica. Qualcuno faccia scrivere un trattato a Maurizia Paradiso. Il titolo c'è già: andate a fare in cu*o.

