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Abbiamo visto il film “Diva Futura”, ora al cinema con Pietro Castellitto, ma com’è? Davvero gli uomini amano le donne disinibite finché non diventano mogli? E su Riccardo Schicchi e Moana Pozzi...

  • di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

7 febbraio 2025

Abbiamo visto il film “Diva Futura”, ora al cinema con Pietro Castellitto, ma com’è? Davvero gli uomini amano le donne disinibite finché non diventano mogli? E su Riccardo Schicchi e Moana Pozzi...
“Le prime volte” in amore del cinema. E chi se le dimentica. Questo il titolo della rubrica di MOW dedicata agli emergenti. Quanti giovani attori, registi, sceneggiatori ci sono in Italia di cui non si parla mai? Troppi. E allora iniziamo a conoscerli. Questa volta sotto i riflettori: “Diva Futura”, lo strano film di Giulia Louise Steigerwalt con Pietro Castellitto e Barbara Ronchi. Il mito e l’ascesa dell’agenzia Diva Futura, nata tra gli anni Ottanta e Novanta da Riccardo Schicchi che rivoluzionato la cultura di massa trasformando l’utopia hippy dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il por*o. Tra Eva Henger, Moana Pozzi e Ilona Staller, la vera domanda che ci siamo fatti a fine film è: “Ma è vero che gli uomini vogliono le donne disinibite finché non sono mogli e madri”. Spesso e volentieri la risposta è sì, ecco perché

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

Diva Futura ripercorre l’apertura, il mito e la chiusura della celebre agenzia Diva Futura, delle sue “ragazze della porta accanto” come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre, che tra gli anni Ottanta e Novanta divennero dive di fama mondiale ed entrarono nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in Vhs. In quegli anni nasceva il porno, l’inizio di una nuova era. La regista Giulia Louise Steigerwalt  (che è riuscita a mostrare il corpo nudo e il sesso con uno sguardo sensibile e mai approssimativo) ci racconta l’elezione al Parlamento di Ilona Staller, detta “Cicciolina”, nella nascita del Partito dell’Amore e della candidatura di Moana Pozzi a sindaca di Roma. La domanda che ci siamo fatti, una volta terminata la proiezione (prendendo spunto da una battuta di Schicchi nel film), è stata questa: “Gli uomini vogliono davvero le donne disinibite finché non sono mogli e madri come dicono i personaggi di questa storia?”. Probabilmente sì, è così. E per chi si stesse affrettando a gridar dissenso da dietro un telefono, spieghiamo che, talvolta a parti inverse, anche le donne possono certo cadere vittime di una simile logica. Con una differenza sostanziale. È sempre stata la donna a essere vista come oggetto di e da un uomo, e mai viceversa. Perciò sì, spesso i maschi preferiscono le donne disinibite solo come fonte di desiderio, sotto le lenzuola e meno con la fede al dito. Ma perché?

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Barbara Ronchi e Pietro Castellitto in "Diva Futura"

Non è che serva guardare indietro nei secoli per trovare conferme, o scomodare saggi accademici, basta ascoltare le brutte storie di alcune amiche, compagne, per scoprire che, incredibilmente, questo meccanismo non si è mai estinto per davvero. Neppure nel 2025. Perché la tautologia che da sempre signoreggia in questo mondo è la seguente: indossare abiti striminziti e più in generale spogliarsi, è da poco di buono (figuriamoci se una donna poi si mette a girare un film porno o gestisce un canale onlyfans). Il punto é che libertà della donna e del suo corpo vengono spesso viste più come delle minacce che come risorse. I maschi anche dal punto di vista sessuale, sono inibiti dalle richieste esplicite delle ladies e insicuri delle proprie prestazioni, soprattutto oggi in cui di piacere sessuale femminile si comincia finalmente a parlare. Donne libere e forti dunque fanno paura, peggio ancora se sono ambiziose. E le femmine del nuovo millennio, differenziandosi da quelle della metà del secolo scorso, lo sono, perché sono state in parte liberate dalle grinfie della figura del maschio protettore che, grazie a Dio, "non serve più". Ed è proprio la consapevolezza di questa dinamica nuova, la condizione della donna contemporanea, che non smette di innescare nell'uomo un senso di mancanza di virilità, nella vita e a letto. E così vai di invidia, bastardaggine e caustica gelosia per le signore. Ovviamente, non sono tutti così su questa terra. C'è infatti chi ha lavorato sulla propria insicurezza e chi non ne ha quasi mai avuto bisogno, perché educato in maniera corretta e non retrograda, attempata e misera. Uomini capaci di cambiare le cose e di risolvere questo schema ci sono. E se la descrizione del protagonista di Diva Futura fornitaci dalla regista è coerente con la biografia dell’agente siciliano, noi allora annoveriamo anche lui nella lista dei maschi per bene. 

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Pietro Castellitto sul red carpet di "Diva Futura" a Venezia81 Nino Saetti

Se è vero tutto quello che abbiamo visto sul grande schermo, un esempio da seguire per "risolversi" può essere davvero Riccardo Schicchi. Noi non l’abbiamo mai conosciuto, va precisato, ma se l'imprenditore assomigliava davvero  al personaggio interpretato da Pietro Castellitto nel film, allora possiamo concludere che il suo pensiero e le sue idee furono davvero rivoluzionarie negli anni Ottanta/ Novanta (tanto che ne avremmo bisogno ancora oggi). Esponendo corpi nudi, sexy sul piccolo e grande schermo per un’arte che cominciava a conoscere gli eccessi, osava mostrare le donne non come esseri umani puritani e castigati ma finalmente liberi anche di fare film hard, l’agente aveva cambiato il mondo. O perlomeno ci aveva provato. In una scena di Diva Futura, Schicchi dice a sua moglie Eva Henger: “La donna che amo deve essere libera di non amarmi lasciarmi e anche di fare un film porno”. Ecco questo dovrebbe essere l’amore, scegliere chi si vuole amare e liberarlo dalle fauci di un mondo ancora assoggettato al possesso del singolo, specie della donna, e farla respirare in ogni modo lei voglia. Porno o non porno.

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  • Biennale di Venezia
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