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Ok, ma chi caz*o è Riccardo Schicchi, che ha dedicato la vita al cinema per adulti e di cui si parla in Supersex? La relazione con Cicciolina e quella volta che l'abbiamo conosciuto...

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

11 marzo 2024

Ok, ma chi caz*o è Riccardo Schicchi, che ha dedicato la vita al cinema per adulti e di cui si parla in Supersex? La relazione con Cicciolina e quella volta che l'abbiamo conosciuto...
Ma Supersex è solo la storia di Rocco Siffredi, interpretato da Alessandro Borghi? No, anche quella di Riccardo Schicchi, interpretato da Vincenzo Nemolato: uno dei re del cinema per adulti, amante di Cicciolina e marito di Eva Henger. Ma chi era davvero? Ecco tutta la storia, anche quello che non vedrete nella serie, come il racconto del direttore di MOW Moreno Pisto, che lo ha incontrato allo stadio a Piacenza. E una notte in caserma…

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Cosa si ottiene se mettiamo Alessandro Borghi, la storia del porno italiano e Rocco Siffredi nella stessa serie? Che non si parla d’altro. Infatti, è impossibile non aver letto o visto niente di Supersex: tra il pene di Borghi, Gaia Messerklinger come Moana e i vari personaggi della vita di Siffredi, la serie sta facendo discutere. Nel bene e nel male. Ovviamente, all’interno di un’opera simile ci sono figure ambigue. Tra queste, va ricordato Riccardo Schicchi, interpretato da Vincenzo Nemolato. Schicchi era fotografo, produttore e regista di film porno. E sì, era anche il fidanzato di Ilona Staller, in arte Cicciolina. Multiforme e difficile da inquadrare, scopriamo chi è uno dei re del porno italiano. Anche con un ricordo del nostro direttore, Moreno Pisto.

Vincenzo Nemolato nei panni di Riccardo Schicchi
Vincenzo Nemolato nei panni di Riccardo Schicchi

Il demiurgo del porno italiano

“Smilzo, pallido, occhi da sonnambulo, sorriso automatico, eterno blazer con cravatta da navigato playboy della notte”, è la descrizione fatta dal Corriere della sera di Riccardo Schicchi. Nasce in Sicilia, ad Augusta, da una famiglia in cui il prozio era un anarchico condannato al confino e il padre un militare fascista: lui preferiva le donne. Ma per questo infrangeva le leggi (morali e di Stato): viene pizzicato a spiare le ragazze nel bagno quando era al liceo e viene sospeso. Paradossalmente, questa è la sua fortuna, dato che nel liceo dove si trasferisce inizia a sperimentare il suo talento da fotografo e regista.

Cicciolina, Diva Futura e Eva Henger

È il 1974 quando i due si conoscono, ma non fu amore a prima vista. Anzi, secondo Cicciolina esteriormente Schicchi non era particolarmente attraente. Comunque, la pornostar ricorda le lunghe passeggiate, i sorrisi di Riccardo e le foto che le scattava. Arrivò anche la collaborazione con la società Diva Futura, che fu un flop, e la tentata scalata in politica con il “Partito dell’Amore”. Scrive Cicciolina nelle sue Memorie: “Di lui oggi voglio ricordare solo i momenti divertenti, l’inizio, quando ancora era forse un puro e le sue bellissime fotografie”. Schicchi fa in tempo a farsi notare dalla legge in varie occasioni: oscenità, oltraggio al pudore e accuse di favoreggiamento alla prostituzione. Una vita misteriosa e allo stesso tempo sfacciata. Il pubblico, infatti, vuole guardarci dentro dallo spioncino della porta di ingresso. Forse è questo il porno. Nonostante il fallimento di Diva Futura, l’agenzia permette a Schicchi di incontrare Eva Henger, l’altro amore della sua vita, che diventerà sua moglie e da cui avrà un figlio, Riccardino. La sede è più simile al set di un film hard, un locale per feste private e un via vai di donne e “colleghi”: la factory oscena (almeno per i canoni del tempo) della rivoluzione sessuale italiana.

Riccardo Schicchi ed Eva Henger
Riccardo Schicchi ed Eva Henger

Il ricordo del direttore di MOW

Moreno Pisto, il direttore di MOW, ha conosciuto Riccardo Schicchi nel 2004, quando era uno stagista di Panorama (dove, tra l’altro, era vicedirettore Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera che abbiamo intervistato in merito al caso dossieraggio) e doveva intervistare la pornostar Brigitta Bulgari (Schicchi era il suo manager): al tempo, doveva essere la “nuova” Moana Pozzi. Tra (pare) un capezzolo leccato e un altro, il direttore, Schicchi, Brigitta Bulgari e un operatore video vanno a una partita del Piacenza di Serie B. Brigitta Bulgari, vestita solo di pelliccia e slip, scende in campo a fine primo tempo e si spoglia di fronte alla curva, che esulta senza ritegno. Il lato gonzo della faccenda sta per cominciare: la polizia e gli steward prendono il gruppo del direttore Moreno Pisto (che, ricordiamo, al tempo era uno stagista) e Schicchi, e li chiudono in spogliatoio. Tutti, tranne il direttore-stagista che, ci tiene a sottolinearlo, era lì per un reportage e non c'entrava fondamentalmente niente, vengono portati in caserma, dove rimangono sei ore, dopo le quali l'operatore video era disperato. Ma, ovviamente, il terrore della figuraccia del direttore di MOW con Panorama e Giorgio Mulè era troppa. Parentesi: il direttore di Panorama era Carlo Rossella, “personaggio da studiare”. Insomma, finita la nottata in caserma Moreno Pisto sale in macchina con Schicchi: “Ma come lo spiego alla redazione, a Rossella?”. La risposta di Schicchi, però, dilegua ogni dubbio: “Carlo Rossella? È un amico, non ti preoccupare”. “Non mi sono mai sentito più tranquillo”, confessa il nostro direttore. Il suo racconto si chiude con una nota igienico sanitaria: “Incontrai di nuovo Schicchi al Bergamo Sex: mi riconosce, faccio per stringergli la mano e lui non me la dà. Perché? Aveva paura di tutte le malattie, specialmente nelle fiere del sesso”. Distanziamento, quindi, per uno che ha fatto del porno la sua vita. Tutto bellissimo.

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Supersex ha ridato vita a questo mondo, alle origini del porno, alla nascita di Rocco Siffredi. Così facendo ha messo in luce anche tutto il contorno: la storia di Moana, la violenza di certi ambienti e all’ambiguità di coloro che, come Riccardo Schicchi, hanno dedicato la vita al sesso. Non solo, però, per mettere in atto quella rivoluzione del costume a cui magari alcuni aspiravano. Le zone d’ombra, infatti, erano troppe per guardare solo positivamente quell’epoca. Ecco perché, ancora di più, vale la pena di guardare Supersex.

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