Chiunque abbia vissuto il pianeta Pippa prima dell'arrivo di internet e degli smartphone sa di cosa stiamo parlando. Videocassette, film, magari i dvd. E giornali, tanti giornali. Ora il termine dea è stato sdoganato, ma all'epoca i protagonisti di quel mondo erano un vero Olimpo, fatto di celebrità e superstar come mamma le aveva fatte, sia al maschile che al femminile. Riccardo Schicchi era una sorta di Zeus, che tirava le redini dell'intero settore. Oltre la mitologia, Schicchi era il regista e talent scout che aveva partorito divinità del calibro di Moana Pozzi e Cicciolina, e come nella migliore tradizione epica aveva anche sposato una di loro, Eva Henger, prototipo della biondona dell'est Europa che aveva fatto immaginare a tutti i maschietti dell'epoca che i Paesi del blocco postsovietico come l'Ungheria fossero una sorta di paradiso terrestre. Eva Henger ha rilasciato un'intervista al Corriere in cui parla di quell'epoca, della sua vita con Schicchi e del suo rapporto con i colleghi. Ecco cos'ha detto.
![Riccardo Schicchi ed Eva Henger](https://crm-img.stcrm.it/images/42385318/2000x/20240311-160435026-5694.jpg)
![https://mowmag.com/?nl=1](https://crm-img.stcrm.it/images/42385322/2000x/20250209-180151802-3563.jpg)
A quanto racconta la Henger, Schicchi era una sorta di maniaco del controllo, soprattutto sul versante economico: “Io non avevo mai niente, non avevo il bancomat, non avevo conti correnti. Tutto era intestato a lui. Anche quando giravo i film, non vedevo mai un euro. All’inizio pensavo che fosse normale, poi ho capito che non lo era. Io lavoravo e i soldi finivano a lui”. Caratterialmente, però, era un bambinone: “Mi diceva: vieni, andiamo a caccia di farfalle, le prendiamo e le liberiamo in casa. Faceva cavolate, anche. Una volta, in Kenya mi fece quasi arrestare: s’innamorò di due camaleonti, me li mise nello zaino”. Come tutti gli adulti non cresciuti, Schicchi era anche un visionario “che è riuscito a portare Cicciolina in Parlamento e Moana Pozzi su tutte le televisioni. Grazie a lui la morale è cambiata”. Magari esagera un po', ma di sicuro si può dire che cercò di intercettare i voti degli smanettoni. Non senza un intuito premonitorio: “parlava di Internet e di rapporti a distanza già alla Fiera Erotica di Bologna, nel ‘94”. Ma essere un bambinone significa anche che poteva essere molto ingenuo. In Diva Futura, il film uscito da poco sulla vita di Schicchi, si vede la Henger insistere per fare film e raddrizzare il bilancio: “Riccardo era tirchio quando si trattava di spendere diecimila lire, ma sulle grosse cifre era ingenuo e si era fatto raggirare più volte. Un tizio, poi condannato per truffa, gli fece firmare assegni, cambiali, mi buttai per terra pregandolo di non farlo. Dicevo: sono tua moglie, ascoltami, io a che servo? Niente. Perse anche il nostro appartamento”.
![Un fotogramma di "Diva Futura"](https://crm-img.stcrm.it/images/42385732/2000x/20240809-133953789-1909.jpg)
Riccardo Schicchi a parte, Eva Henger ha parlato anche dei suoi colleghi e, anche se in parte, conferma la leggenda sulla scomparsa di Moana: è ancora viva? “No, ma non è morta il 15 settembre 1994. La sera prima, ho sentito che chiamava Riccardo e gli diceva che aveva recuperato cinque chili. Però, ero terrorizzata che si sapesse del suo tumore e che la gente la vedesse sciupata. Credo che si sia data per morta anzitempo per poter morire in pace. Per il secondo anniversario della morte, chiesi a Riccardo se facevamo qualcosa per ricordarla e lui si fece scappare un: no, tanto non è questa la data”. E se Moana per Eva Henger era un personaggio positivo, era una che “tranquillizzava”, non si può dire lo stesso di un'altra collega, nonché ex fidanzata di Schicchi: Cicciolina. “Le facevo la spesa, cucinavo per lei, badavo al figlio. Ma ogni tanto impazziva e m’insultava. Una volta, si mise a urlare sostenendo che avevo usato un suo fondale per una foto. Un’altra, si fece menare da mia mamma”. E peccato non ci fossero già i telefonini, altrimenti siamo sicuri che Schicchi avrebbe filmato tutto: “Eravamo in ufficio, litighiamo, prende il fax e lo butta per terra, poi mi lancia qualcosa, io le lancio una 24ore e la colpisco di striscio, ferendola al petto. Ci dividono, la chiudono a chiave in una stanza. Ma nella stanza c’era mia madre che, quando Ilona ha iniziato a insultare mia figlia di due anni, non si è tenuta”. A proposito di telefonini, Eva Henger spiega anche cosa avrebbe pensato Riccardo Schicchi delle nuove piattaforme per pr(Of)essionisti della segheria: avrebbe detto che “è il declino del genere perché mostra scene brutte, con brutte luci e persone brutte. Lui ci teneva all’estetica, a storie intriganti in cui l’atto era solo la conclusione. Ed era contrario alla violenza: ha smesso di fare il regista quando vide la scena di Rocco Siffredi che metteva la testa di un’attrice nel Wc e tirava lo sciacquone”. Punti di vista diversi, e diverse concezioni dell'estetica. Cambiano i tempi, e con loro i mercati: vale sempre il principio della mano invisibile, anche se in questo caso è appiccicosa.
![Eva Henger e Riccardo Schicchi](https://crm-img.stcrm.it/images/42386164/2000x/20250210-135302498-6793.jpg)
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