La serie più hot e attesa del momento è arrivata e ovviamente tutti ne stanno parlando, compresi noi di MOW che abbiamo dedicato allo speciale di Netflix sulla vita di Rocco Siffredi diversi articoli. Alessandro Borghi è il protagonista, splendido e tirato a lucido e che manda in crisi mezzo paese lasciandoci tutti con un dubbio amletico: "Ma è vero o è una protesi?". E vi abbiamo svelato l’arcano. A parte questi dettagli, però, ci siamo chiesti anche cosa ne potesse pensare una esperta del settore nell’assistere a una fiction, certo, ma basata su una vita reale e che attraverso il sesso ha catapultato il piccolo “Rocchino” nello star system mondiale. Così abbiamo visto Supersex insieme alla sessuologa Eleonora Sellitto, che ci ha spiegato pro e contro e anche sfatato (nuovamente) il mito del “fallo enorme” per essere felici.
Dottoressa Sellitto, dopo aver visto la serie Netflix su Rocco Siffredi quali sono le sue prime impressioni?
La santificazione del protagonista. Probabilmente una scelta registica legata anche al personaggio di Rocco Siffredi che, in maniera più o meno velata, non ha mai nascosto la sua personalità contrastata legata a croci e delizie di una carriera nel porno. Nulla però di strano, in Italia non siamo nuovi alla mitizzazione dei personaggi legati al "peccato". Pensiamo ale fiction su mafia, truffe e altri temi simili.
Ma sull’efficacia del “fallo di dimensioni enormi” ci crede ancora qualcuno?
Purtroppo gli uomini vivono ancora con questo falso mito che le dimensioni sono importanti e rendono una donna più soddisfatta, purtroppo perché esiste ancora il mito della penetrazione come unico elemento di soddisfazione durante il rapporto sessuale.
E davvero contano sempre e solo le dimensioni?
Fortunatamente le dimensioni non contano, anzi, in alcuni casi creano disagio nel rapporto sessuale e stimolano solo una profonda insicurezza maschile, per fortuna la sessualità è altro da questo ed è costituita dall’interazione con l’altro, dalla scoperta di sé e del proprio e altrui corpo e dallo sviluppo di una profondità intimità.
Quali sono gli aspetti positivi e negativi della rappresentazione della sessualità nella serie televisiva Supersex?
Di positivo c'è appunto il mostrare il contrappasso negativo e psicologico di una vita dedicata al sesso. Di negativo, la rappresentazione della donna, che è oggettificata. Sicuramente la donna è inquadrata come personaggio, quindi nell'orbita del protagonista, ma troppo spersonalizzata e quasi incapace di ragionare. Monodirezionale. C'è però anche "la madre", una figura con una carattere forte e che, come per Rocco, per tutti noi, ci mostra l'importanza della donna, l'attaccamento verso di lei, e la necessità di sua approvazione. Forse darle più spazio non avrebbe guastato.
C’è qualche stereotipo nella serie che influenza la percezione sulla sessualità?
Quello legato a una donna sempre consenziente e quasi più vogliosa dell'uomo, quindi maliziosa. Uno stereotipo della pornografia che ha ripercussioni nell'immaginario collettivo.
La serie affronta il tema della sessualità e della pornografia in modo educativo e informativo o anche questa volta abbiamo un prodotto che dovrebbe parlare di sesso e non lo fa?
Ne parla, tanto, e sicuramente lancia messaggi, allert, riflessioni anche sulla sessualità in età infantile.
Tutti possono coglierli, oppure lo spettatore viene sopraffatto dal mito?
Per esperienza, credo più la seconda.
Quali sono le implicazioni psicologiche ed emotive della rappresentazione della sessualità esplicita nella serie, sia per gli spettatori che per i protagonisti?
Vivono e viviamo in un regno al confine, tra il lecito e l'illecito, il peccato e i sentimenti più dolci, il machismo e l'insicurezza. Insomma, il mondo della sessualità di ciascuno.
Crede che i giovani impareranno qualcosa da questa serie?
Se analizziamo i dati, i giovani fanno meno sesso rispetto alle generazioni precedenti. I giovani sono più attenti a tematiche generali che riguardano tutti, se seguiamo questa linea saranno attenti a capire le implicazioni psicologiche legate alla sessualità e rifletteranno sul genere e l'agognata parità.
Pensa che Siffredi abbia cambiato la percezione del sesso nella società?
Rocco Siffredi, con un carisma lontano dalla superstar ed empatico ha, come detto, sempre evidenziato i rischi legati al sesso e l'importanza di una vita sessuale e di coppia più "semplice". L'attore è figlio del suo genere e là dove la pornografia porta al crollo di tabù, al tempo stesso li alimenta rendendosi più estrema, più al "limite". Lancio una domanda ai lettori di MOW: la pornografia sarebbe così ricercata se avessimo tutti una vita sessuale libera da pregiudizi?