Far ridere un comico è difficilissimo, soprattutto se il meccanismo è bello che rodato e il programma è arrivato alla quinta edizione. Disponibile da oggi con i primi cinque episodi su Amazon Prime, ora possiamo dirlo: i presupposti per non far funzionare LOL 5 c'erano tutti, ma lo show di si è salvato con alcune scelte azzeccate. Certo, serve un presupposto fondamentale: bisogna apprezzare il genere. Innanzitutto sono stati sostituiti Fedez e Frank Matano con Pintus e Alessandro Siani che, invece di limitarsi a ridere, hanno aggiunto comicità sia con i commenti che con le loro incursioni. Lol 5 infatti, ha alzato il livello rendendo gli stessi conduttori elementi di disturbo: il loro ingresso nella stanza dei concorrenti, è stata la cattiveria definitiva. Così come la decisione di pilotare tramite auricolare Basso, dandogli istruzioni che lo facevano sembrare momentaneamente impazzito ma assolutamente credibile, data la capacità di essere imperturbabile dimostrata fino a quel momento. Il secondo elemento vincente è stato la scelta di un cast che, nonostante il format, è riuscito a piazzare dei momenti dove la risata era di testa. Si tratta di: Federico Basso, Enrico Brignano, Flora Canto, Tommaso Cassissa, Raul Cremona, Geppi Cucciari, Valeria Graci, Andrea Pisani, Marta Zoboli e Alessandro Ciacci, vincitori del talent show di Lol.

In un format come Lol si corre sempre un rischio: quello che a divertirsi siano solo quelli che vi prendono parte. Essendo inoltre molto difficile far ridere un comico, più che sulla battuta, di solito si punta sulla fisicità: un personaggio eccentrico, un'improvvisa espressione facciale, fissare un collega fino a che quello non sbotta, una qualche parolaccia o funzione corporea al momento giusto. Si cerca cioè di provocare la risata di pancia, quella immediata che è più un riflesso fisico che altro. A questo cast invece, è venuto bene il contrario: oltre alla comicità di situazione, richiesta per forza di cose dal tipo di format, hanno dato vita a dei momenti che hanno alzato il livello e travalicato lo schermo. Perché un conto è ridere quando si è dentro il gioco, un altro quando c'è anche il filtro dello schermo. Qualche esempio: la rap battle di Andrea Pisani con dissing a tutti i concorrenti, il quiz dell'impassibile Federico Basso, dove è piovuta una raffica di giochi di parole che, uno dopo l'altro, hanno messo a dura prova il cast. Oppure il talk show della Cucciari, sempre con Basso nel ruolo di ospite o, ancora, un Brignano che di colpo, entra nel gioco e si mette a dire messa.
Naturalmente si ride anche per le facce: Andrea Pisani che, ascoltando quella messa, mangia cetriolini, la risata isterica di Marta Zoboli, Tommaso Cassissa accerchiato da Pintus e Siani, gli sguardi schifati della Cucciari, i tentativi disperati di non ridere sforzandosi di simulare l'espressione da urlo di Munch. Alla quinta edizione insomma, Lol ha ritrovato linfa vitale sia grazie al cast che ai conduttori che, essendo a loro volta comici, hanno riempito i tempi morti dalla sala di regia. Nota a margine: il Siani sarcastico per cui “Brignano è stato definito l'erede di Brignano” è di una perfidia sottile e vale da solo il Siani retorico che vuole somigliare a Troisi. Più di questo Siani, grazie.
