Nel 2009 Douglas Coupland pubblica "Generazione A", romanzo distopico ambientato nel 2020 in un mondo in cui le api si sono estinte e cinque persone, a cinque diverse latitudini, vengono misteriosamente punte. L’improbabile gruppo, composto da persone diversissime tra loro, viene catturato, portato su un’isola al largo dell’Alaska e costretto a raccontare storie, come in una sorta di moderno Decameron. I cinque sono protagonisti di un evento (che per noi è pura utopia) che ci pone, ancora una volta, di fronte al fatto che tutto ciò che c’è di esistente in natura, che per noi è quasi quotidiano, potrebbe sparire, e diventare più unico che raro. Perché raccontarlo? Il motivo è “semplice”: mi ci ha rifatto pensare Giorgio Poi con il suo nuovo singolo “Uomini contro insetti”, dove si parla anche di “bombe nucleari sugli alveari”.

Nell’attuale panorama musicale italiano, Giorgio Poi continua a rappresentare un’eccezione preziosa. A tre anni di distanza dall’ultimo album, “Gommapiuma”, il cantautore torna con un brano interamente scritto, composto, prodotto e suonato da lui. In un periodo in cui il ritornello è diventato quasi un dogma, Giorgio Poi sceglie di farne a meno in “Uomini contro insetti”, lasciando che la canzone scorra come un flusso di pensieri, come un viaggio tra immagini surreali e frammenti di vita quotidiana, tra spiagge artificiali e le già citate “bombe sugli alveari”. Il suo nuovo singolo è un piccolo quadro malinconico, con il titolo che prende spunto da un saggio contenuto nell’”Elogio all’ozio” di Bertrand Russell. Qui il filosofo riflette sulla lotta incessante tra uomo e natura, tra progresso e decadenza, e Giorgio Poi trasforma questa idea in musica, suggerendo una battaglia simbolica in cui l’essere umano, nel tentativo di dominare l’ambiente, finisce più che altro per distruggerlo, lasciando dietro di sé detriti e illusioni. Giorgio Poi con “Uomini contro insetti” dimostra, ancora una volta, che ci si può fare spazio tra gli artisti italiani con intelligenza e delicatezza, senza sgomitare per trovare il proprio posto. Lui riesce a trovare sempre il luogo e il tempo giusto, con la forza della bellezza delicata che contraddistingue la sua discografia.
