We Live in Time - Tutto il tempo che abbiamo di John Crowley è il film da vedere se hai bisogno di piangere. Se tutto sta andando storto, se sei stressato o hai bisogno di sfogarti. È una storia d’amore dolorosa come tante (ma questa è fatta bene), un sentimento forte che si scontra con il senso. L'assenza di senso quando subentra una condanna. Al centro del film ci sono Tobias Durand (Andrew Garfield), rappresentante della Weetabix, e Almut Brühl (Florence Pugh), ex pattinatrice artistica diventata chef fusion bavarese. Due mondi che si guardano e si scelgono, lui vuole dei figli, lei la sua carriera. Fin da subito (già a partire dal trailer) sappiamo che lei è malata. Eppure, anche se tutto sembra andare male, restiamo incollati allo schermo con la speranza che alla fine, in qualche modo, la storia possa deviare dal suo destino. Tra salti temporali continui che ci mostrano la nascita del loro amore, la sua evoluzione nel tempo e il volto della loro bambina, We Live in Time ci racconta un legame che si nutre di rispetto e di desiderio reciproco. Un amore sano, forse persino troppo, o forse non ci siamo abituati, tanto che alcuni dialoghi risultano quasi irreali nelle dinamiche di coppia. Ma al centro di tutto c’è lei, con la sua paura di essere ricordata solo per la malattia, con la sua voglia disperata di restare impressa su questa terra per quello che è stata davvero: una chef affermata, una madre, una donna che non si definisce attraverso la piaga che le è capitata. E poi, come va a finire, in fondo, non importa.
![Florence Pugh è Almut Brühl in "We Live in Time"](https://crm-img.stcrm.it/images/42319198/2000x/20250206-162632645-8965.png)
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Andrew Garfield. Merita una parentesi a se stante l’attore americano (The Social Network, Spider-Man), perfetto nel ruolo di un uomo che sa prendersi cura della propria compagna, che resta accanto a lei anche nei momenti più intimi, quelli in cui la società ci ha sempre insegnato che un maschio non dovrebbe stare. Ma lui no. Lui c’è, sempre. Misura il tempo, è calmo e riflessivo anche quando chiunque vorrebbe farla finita, accarezza il volto sciupato e ruvido della donna al suo fianco mentre lei, a poco a poco, rischia di svanire. E forse è proprio per questo, più della malattia, più del dolore, più della morte o della vita, che rivedremmo We Live in Time un'altra volta, forse è per lui, è questa emozione così grande di leggere nei suoi occhi un amore del genere che questo film ci fa venire voglia di piangere.
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