Louis-Ferdinand Céline è una possibile proiezione di critica, di lettura, di analisi del presente che in questo momento non ci è concessa, perché censurata, quindi dobbiamo andare a prenderla nel passato. In Céline la troviamo con estrema precisione e quindi potrebbe essere un ottimo commentatore del nostro presente in questo accompagnarci nel leggere ciò che accade giorno per giorno.
Non mi riferisco ad alcunché di specifico, ma alla realtà tutta. L’atteggiamento spietatamente lucido e riflesso nella sua chiarezza di linguaggio oggi ci manca. Ci manca, ma la possiamo recuperare grazie alle sue parole. Leggere Céline nel 2021 significa mantenere viva, attraverso la memoria di un autore che non c’è più, la cultura. Una cultura che ormai è generalmente ridotta a una funzione di mercato, o a una residuale auto-affermazione, o per lo più a una chiacchiera diffusa. Sono tutte storie passeggere. Lì, invece, c’è qualcosa che vale la pena preservare, anche solo nelle sue vicende personali.
Per cui, nel gioco giornalistico degli anniversari, penso sia importante in questa occasione soffermarsi e per chi non l’avesse mai letto provare a raccogliere la sfida che attraverso il tempo continua a lanciarci. Céline è estremamente consono a noi. Abbiamo bisogno di uno come lui. Anche perché non sarebbe data a un Céline vivente oggi la possibilità di espressione, per la censura verso tutto ciò che non sia idiozia.
In questo, rimane totalmente rivoluzionario e ancora a nostra completa disposizione.
W Céline!