Il passaggio dei Coldplay a San Siro verrà ricordato per un duetto eccezionale (nella seconda serata), un altro da mettere nel curriculum del bluesman italiano per eccellenza. Il fatto è noto, ma vale la pena raccontarlo: al momento delle canzoni locali, sale sul palco, cappellaccio in testa e voce roca, Zucchero; i social sono pieni di video del boato che lo accolgono. Il nostro si esibisce con Chris Martin in Diamante, insieme alla band mentre canta O mia bela Madunina, e poi in solitaria, voce e chitarra, in Hey Man. Quella tra Fornaciari e i Coldplay è un'amicizia nata in uno studio di registrazione a Los Angeles, con Chris Martin che aveva già apprezzato la sua cover di The Scientist.
A ben guardare non è una sorpresa assoluta, l'interprete del rock blues, infatti, è uno dei nostri cantanti più internazionali. Forse anche più di chi da anni è in cima alle classifiche, da anni riempie gli stadi, e da anni è seguito da milioni di fan pronti a venerarlo. Come Vasco, l'unica vera rockstar riconosciuta in questa Italia disgraziata. Eppure, come altri cantanti italiani, fuori dai confini del nostro paese è poco conosciuto. A dire il vero, non potrebbe essere altrimenti, visto che lui per primo non ha fatto niente per spingersi Oltralpe e, in una passata intervista, disse persino che non gli interessava. Il successo di Zucchero, invece, è iniziato proprio all'estero, e da un'esperienza in California all’inizio degli anni Ottanta.
Correva l'anno 1982 (per la precisione), Zucchero partecipò a Sanremo classificandosi penultimo con la canzone Una notte che vola via; andò peggio solo a Vasco Rossi (quando si dice il destino), clamorosamente all'ultimo posto con Vado al massimo. L'anno dopo, un altro Festival deludente, insomma, le cose non andavano per il meglio, ma convinse ugualmente la casa discografica a mandarlo a San Francisco, con un budget risicato, per fare un disco come voleva lui. Tornò con l'album Zucchero e The Randy Jackson Band, che conteneva anche Donne (successo clamoroso), e da lì inizia la sua storia. Per meglio osare, una storia incredibile, che colleziona record su record, e con un genere che non è esattamente quello melodico.
Dagli oltre 60 milioni di dischi venduti alle collaborazioni stellari con artisti di fama mondiale come Andrea Bocelli, Eric Clapton, Miles Davis, Luciano Pavarotti, Sting, Iggy Pop, U2 e molti altri. Oltre a essere il primo artista occidentale a essersi esibito al Cremlino dopo la caduta del muro di Berlino (e con due esibizioni consecutive), Zucchero è anche stato l'unico italiano ad aver partecipato al celebre Festival di Woodstock (1994), a tutti gli eventi per Nelson Mandela, di cui è ambasciatore, e al Freddie Mercury Tribute nel 1992. Nello stesso anno condivise (con Pavarotti) l'ideazione del galà di beneficenza Pavarotti & Friends; nel corso della sua carriera si esibito in 5 continenti, in una settantina di Stati, come uno dei nostri talenti più apprezzati. Di italiani, si sa, è pieno il mondo, ma pochi ci fanno sentire orgogliosi come Adelmo Fornaciari.