Raccomandata. Questo l’aggettivo con cui Aurora Ramazzotti odia sentirsi definire fin dal 1996, anno in cui venne al mondo e papà Eros le dedicò uno dei suoi album più scolpiti nella memoria collettiva, grazie anche alla potenza catchy-tenerella della titletrack e di canzoni come Quanto amore sei e Sarà l’Aurora. La domanda che viene da porsi, oggi come oggi, quando veniamo a sapere che, ta dah, Aury sarà tra le protagoniste del (tanto agognato dalla svizzera) one woman show di mammà Hunziker su Canale 5, è: ma quindi, poi, Aurora è stata? O, attualmente, è?
Difficile rispondere senza entrare nel cliché delle polemiche da cui la venticinquenne figlia d’arte si sente “bullizzata” da una vita (non scordando di farne accurati mensili o bisettimanali report sui profili social in suo possesso, ci mancherebbe). E passare da brutti e cattivi, di più, maldicenti invidiosetti. Ma questo rischio ce lo accolliamo senza esitare perché troviamo che sia d’uopo, di quando in quando, venire ai meri fatti. Dopotutto lo sapeva perfino Caterina Caselli nel ‘66 che la verità ti fa male. 40 anni dopo circa, è ancora così. E forse non solo perché c’è troppa gente che ce l’ha su con te.
Partiamo da un presupposto di base, deve essere solido: chiunque ha diritto di nascere milionario, è una cosa che immaginiamo stupenda, e non deve mai sapere di aprioristica condanna da parte del pubblico pagante o giudicante. Rosicate in pace, ordunque, nel nome del monolocale letto-bagno-piano cucina in cui vivete con il fiato del vostro puntiglioso locatore sulla collottola. Detto ciò, andiamo a vedere le principali tappe della straordinaria carriera di Aurora Ramazzotti: donna, indipendente, body positive, inspirational e sempre, costantemente appresso alla gonna di mammà.
La straordinaria carriera della nostra pupilla comincia prepotentemente nel 2014 quando, appena diciottenne e dopo l’iscrizione alla Facoltà di Sociologia in Cattolica a Milano, posa per una serie di campagne fotografiche firmate dall’importantissimo brand made in Italy haute couture Trussardi. Siamo sicuri che gli studi della giovane artista abbiano avuto una parte nel farle ottenere questo primo, prestigioso impegno lavorativo. Ma, ci sovviene il sospetto, pure il fidanzamento di mamma Michelle con il capo dell’azienda, annunciato giusto un paio di anni prima, deve aver oliato qualche ingranaggio del fashion system. Oppure no. Per carità. Intanto, Aury, già con questa prima mossa, ha ricalcato pari pari, senza che nessuno glielo avesse chiesto, le orme di mammà, giovanissima modella degli slip Roberta, i cui giganteschi cartelloni pubblicitari hanno provocato ben più di un torcicollo agli automibilsti italiani nei primi anni Novanta. A fare il paragone, che, a supporre il vero, con ogni probabilità avrrebbero fatto in ogn caso, gli occhi del pubblico sono stati proprio accompagnati mano nella mano, verrebbe da dire. Avrebbe aiutato, forse, evitare l'opzione CTRL + C, CTRL + V. O magari no. Per carità.
Da qui, inevitabile l’esordio televisivo, inevitabile come capita la bellezza a Diletta Leotta e le luci dei riflettori di Sky a qualunque diciannovenne che calpesti il suolo nazionale. È un po’ una fase di passaggio, irrinunciabile. Perché, lo sappiamo, chiunque può. E proprio perché chiunque può, la nostra ha potuto: ha condotto per tre edizioni, sfilando il posto ad Alessandro Cattelan che già da anni, con ogni probabilità, s’affannava per scucirselo di dosso, il daily di X Factor. Quindi, stiamo screditando una ragazza che è stata al timone di un programma televisivo su Sky per tre anni consecutivi? Non proprio: il daily era una striscia quotidiana di 10 minuti con più montaggio che anima, due piani d’ascolto, un saluto e anche oggi la conduzione ce la siamo portata sudatamente a casa. Ecco, non che tutte le esperienze non possano poi un giorno non rivelarsi utili nella vita professionale. Allo stesso tempo, parlare di “conduzione” in questo caso sarebbe un po’ come aver svolto un dignitoso lavoretto estivo al chiosco dei gelati di Castellammare di Stabia e mandare application, l’anno successivo, per diventare CEO Algida. Pressappoco.
Il 2018 è l’anno della conduzione in prime time su rete nazionale: l’ammiraglia del Biscione ospita mammà Hunziker e pargoletta come padrone di casa dello show “Vuoi scommettere?”, operazione nostalgia per rimastoni degli anni Novanta, accolta con un esordio da 4 milioni di telespettatori e salutata senza rimpianti con un picco pari a due (milioni, eh? Non crani). Comunque, di un ipotetico rinnovo di questo strepitoso progetto, Mediaset non ha parlato più. Una prece.
Dev’essere all’incirca allora, che Aury scopre il potenziale dei social e lì si arrocca cercando di totalizzare dei numeri che possano darle un mediatico perché. Qui, c’è da dirlo, riesce brillantemente nell’impresa: oggi su Instagram è seguita da oltre due milioni di adoranti follower a cui sorride indefessamente, non scordando di “normalizzare” la propria super esistenza, tra un piantino perché “da piccola tutti la scherzavano”, per i brufoletti sul viso (ci sono, addirittura ohibò, foto senza make up a mostrare coraggiosamente “l’orrore” in questione, e una botta di umiltà che mai stona, come nella caption del video in cui mostra il proprio ingresso “a sorpresa” a All Together Now, show di mammà manco a dirlo, mentre dichiaratamente (sui social) canta in playback (cannando il lip-synk su ogni parola, perché il talento è una cosa da professionisti) Natural Woman in duetto con Rita Pavone (anni 76, voce dal vivo).
Prima di quest’ultima gloriosa apparizione, la Ramazzotti Jr è riuscita pure a infiltrarsi a Le Iene, edizione 2021. Un paio di servizi, giusto il tempo della polemica sul web (e quello di frignarci sopra mezzo social perché le persone la “bullizzano” chiamandola “raccomandata” aprioristicamente e via, scomparsa dai radar in una nuvoletta di imbarazzo. Fatto salvo lo scherzo orchestrato per il programma di Italia 1 ai danni di… mammà Hunziker, naturalmente.
Ma c’è di più, il 2021, collab con Freeda a parte, è stato un anno glorioso per la nostra affezionatissima: è riuscita perfino, nonostante la spalla dell’iiper-navigato Alvin alla conduzione, a vedersi chiudere il primo format (quasi) tutto suo, Mistery Land su Italia 1, nel giro di due puntate secche. Accadeva a ottobre scorso e “Mediaset” per premiare questo sbalorditivo risultato, ce la ripiazza in prima serata, direttamente sulla rete ammiraglia, adesa alla gonna di mammà il prossimo 23 febbraio grazie a Michelle Impossible, il one woman show che già in partenza mina la profonda e storica fede che tutti noi sempre abbiamo avuto verso la neutralità della svizzera.
Andrà bene? Male? Non è questo il punto, speriamo solo di non vedere i nostri feed social imbrattati da candide lacrime d’Aurora alla vigilia per la crudeltà che certa stampa, alcuni leoni da tastiera, magari pure il Papa stesso le riserva dandole della “raccomandata”. Il figlio di Gerry Scotti, Edoardo, è apparso un’unica volta in tv, inviato de Lo Show dei Record, con papone e appena terminate le registrazioni è tornato negli Stati Uniti, dove tuttora vive, lontano dalle telecamere cattive. La progenie della Carlucci, lavora nel campo dell’ingegneria, giusto il figlio di Alba Parietti, Francesco Oppini, si è negli anni ritagliato una nicchia come commentatore sportivo (più che altro, regionale) e poi un posto nella casa del Grande Fratello Vip. Senz’altro demandare.
Aury nel lontano 2017, alle prime interviste “tv”, diceva già di voler condurre un talk show. Fare televisione, però, è un filo più complesso di accumulare numeri sui social (lo sanno bene Tommaso Zorzi e la sua parabola discendente dopo la vittoria al Gf Vip, martoriata da programmi di cui nessuno sentiva il bisogno, e salvicchiata in corner dalla presenza in giuria a Drag Race). Per citare un film immortale, signorina "Aury, lei non ha le ossa di vetro, lei può scontrarsi con la vita". Anche se la vita prende forma di una sconosciuta tastiera che, numeri alla mano, non certo peregrinando nell’hating fine a se stesso, la critica per quello che è. Perché, poco ma sicuro, non a tutti vengono concesse seconde, terze e quarte chance in tv. Se ne bei, e cerchi di metter su qualche cosa per cui potrà essere ricordata in quanto se stessa, non solo come mera propaggine, emanazione del talento di chi le ha dato i natali. Se poi, sarà l’Aurora, non possiamo dirlo. Di certo, oggi non lo è.