Il regista e sceneggiatore Axel Braun, che è italiano e in realtà si chiama Alessandro Re, ha trionfato agli Oscar del porno con "Black Widow XXX: An Axel Braun Parody": da decenni è noto oltreoceano per la creazione di eccezionali "parodie porno" di kolossal cinematografici, e il lavoro in questione non fa eccezione. Sono film a luci rosse che comprendono cast stellari, effetti speciali e trucchi come nel cinema più canonico, nonché un budget in linea con le grandi pellicole che "emulano". Ora ad esempio sta preparando la versione a luci rosse di Batgirl, mentre "Black Widow XXX: An Axel Braun Parody" era uscito con sapiente strategia di marketing, in contemporanea con l'arrivo dell'originale “Vedova Nera” sulla piattaforma digitale Disney+. E sul palco digitale degli AVN Awards di Las Vegas ha ricevuto ben quattro statuette: Best Featurette, Best Screenplay e Best Actress, sempre nella categoria Featurette, nonché il premio "Mark Stone" per la miglior commedia.
Axel Braun è figlio d'arte: suo padre Lasse Braun fu tra i protagonisti, alla metà del secolo scorso, dello sdoganamento dell'atto sessuale illustrato, in linea coi valori della rivoluzione sessuale di inizio anni '70. Si era trasferito dall'Italia alla Scandinavia per produrre legalmente pornografia e combattere la censura alla sessualità: il suo lavoro ha contribuito a cancellare il reato di "oltraggio al pudore", che all'epoca era vigente negli ordinamenti giuridici di tutta Europa.
Talis pater, dicevano i latini. E infatti è stata premiata ancora l'eccellenza della creatività italiana, anche tra le luci rosse degli Xbiz Awards di Los Angeles, che precedono di poche settimane la consegna a Las Vegas, come i Golden Globes per gli Oscar: "Black Widow XXX: An Axel Braun Parody" ha vinto a inizio gennaio il premio come Best Sex Scene e Best Art Direction. E ora altri quattro premi, di cui uno per l'interpretazione dell'attrice Lacy Lennon, che incarna la protagonista (Natasha Romanoff) con gli abiti segreti, sexy e attillatissimi de "La Vedova Nera". Mentre l'alter ego Scarlet Johansson, seppur anch'ella in attillata tutina che nulla lascia all'immaginazione, si era pubblicamente opposta alle rappresentazioni "troppo sessualizzate" della supereroina femminile: con promozionale astuzia, a cavallo del MeToo e prima dell'uscita di “Black Widow” di casa Marvel nelle sale cinematografiche mondiali e su Disney+.