C’è stato un momento nella carriera di Bob Dylan dove, all’apice del suo successo, improvvisamente subì una brusca battuta d’arresto. Era il 1966 e il cantautore aveva pubblicato in un anno due album che faranno poi la storia della musica, Highway 61 Revisited e Blonde on Blonde. Era nel mezzo al vortice del successo e sembrava non uscirci mai.
Luglio 1966, Bob Dylan stava tornando a casa con la moglie Sara Lowndes in sella alla sua storica Triumph T100 quando improvvisamente è scivolato fratturandosi le vertebre cervicali. Gli interrogativi sulla veridicità del fatto partono già dalla dinamica dell’incidente, c’è chi dice che la colpa sia di una macchia d’olio, altri il sole accecante. Qualcun altro afferma addirittura che quella caduta fosse stata fittizia, anche perchè sembrerebbe che nessuna ambulanza sia mai stata chiamata sul luogo dell'avvenimento.
Tornato nelle scene dopo oltre 18 mesi ci fu anche chi sosteneva che Bob Dylan fosse stato in clinica a disintossicarsi. Lo stesso cantautore però, qualche anno più tardi, svelò una parte di verità nella sua autobiografia confessando di aver sfruttato quell’occasione per allontanarsi dalle scene per godersi del tempo con la famiglia: “Ho fatto un'incidente con la moto e mi sono fatto male, ma sono guarito. La verità è che volevo fuggire da quella routine. Avere dei figli mi aveva cambiato la vita e mi fece allontanare da tutto ciò che succedeva al di fuori di casa. Al di fuori della mia famiglia nulla mi interessava più di tanto e iniziai a vedere le cose in modo diverso".