image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Louis-Ferdinand Céline:
il politicamente scorretto contro i cinesi
già nel 1960. Il racconto di Fulvio Abbate

  • di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

1 luglio 2021

Céline: il politicamente scorretto contro i cinesi già nel 1960. Il racconto di Fulvio Abbate
È un classico, tale deve essere ritenuto, uno scrittore immenso, quindi non esiste una legittimazione circa l’attualità. I temi dei suoi romanzi eterni e capitali: l’amore, l'odio, la morte, la paura, il coraggio, la malattia. Dal punto di vista letterario, il tema dell’odio è assai dominante in lui. All’inizio, riferito alla Natura, poi agli Ebrei, infine, quando non gli sarà più possibile scagliarsi su questi ultimi, sceglierà come oggetto delle sue contumelie i Cinesi. Lo scrittore Fulvio Abbate ci racconta Louis-Ferdinand Céline a 60 anni dalla morte

di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

Il primo luglio del 1961 sono morti due scrittori: Ernest Hemingway, che seppe divorare tutto lo spazio possibile, cominciando dalla prima, sui giornali, e Céline, cui venne riservata giusto una “breve” all’interno, in terza pagina.

Louis-Ferdinand Destouches, in arte Céline, è uno scrittore storicamente problematico: a un certo punto della sua vicenda umana, ancor più che politica, lega tragicamente il suo nome e se stesso al collaborazionismo, fuggirà durante la caduta del “Terzo Reich” in cerca di scampo, e su di lui rimarrà uno stigma incancellabile. In Francia, dove tutti gli scrittori vengono ricordati con apposite targhe nei luoghi in cui hanno vissuto, nel suo caso non è avvenuto: impossibile nonostante gli stessi francesi siano consapevoli sia stato uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. La cultura “repubblicana” impedisce che a Parigi, sia nella sua casa di Montmartre, sia nel pavillon di Meudon dove è morto, siano apposte lapidi onorifiche siglate dello Stato.

20210701 093744807 4721
Fulvio Abbate fotografato nel 2004 a Meudon, davanti il pavillon di Louis-Ferdinand Céline

Dal punto di vista stilistico, Céline ha lavorato sulle forme della lingua parlata, quindi sull’emozione, cioè che egli chiamava “petite musique”, la piccola musica. Attraverso questa sua voce, in possesso di molteplici registri, dall’invettiva alla rabbia, dalla commozione tenerissima all’astio bilioso, egli ha realizzato una sorta di arazzo narrativo, mosso da molti elementi autobiografici. Il suo primo romanzo fu subito un bestseller, Viaggio al termine della notte, nonostante lì la “petite musique” non fosse ancora evidente e forte. Il libro si apre con questo esergo: «Viaggiare è proprio utile, fa lavorare l'immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica». E’ il tema della scoperta, dell’incontro con l’umano in ogni sua forma, ed è ciò che fa di Céline uno scrittore che consente al lettore di trovare sia la conferma a un bisogno di commozione sia i pugnali dell’odio, dell’invettiva. Inoltre, Céline custodisce una particolare ogni forma gergale, ossia l’“argot”, le forme gergali sono molteplici: c’è quella, per esempio, dei macellai oppure, metti, dei muratori, per queste ragioni Céline è a suo modo intraducibile; chi è stato costretto a provarci ha utilizzato, nel caso della lingua italiana, le forme gergali di area padana. Personalmente, mi sono laureato su Céline, con una tesi sull’Apocalisse, con Armando Plebe. Apocalisse nel senso di rivelazione.

Céline è un classico, tale deve essere ritenuto, uno scrittore immenso, quindi non esiste una legittimazione circa l’attualità. I temi dei suoi romanzi eterni e capitali: l’amore, la morte, la paura, il coraggio, la malattia vista dallo sguardo di un medico, ciò che poi era la sua prima professione. Dal punto di vista letterario, il tema dell’odio è assai dominante in lui. All’inizio, riferito alla Natura, poi agli Ebrei, infine, quando non gli sarà più possibile scagliarsi su questi ultimi, sceglierà come oggetto delle sue contumelie i Cinesi. Negli anni ’60 si parlava infatti molto del “pericolo giallo”. È stato anche un grande moralista, per esempio demolì Proust scrivendo: «Trecento pagine per farti sapere che Zizì incula Zazou, sono troppe». O quando, a proposito di Camus, affermò che “è la Chiesa a dover dire chi si può sposare o meno, non la letteratura”.

Dopo il processo con l’accusa di alto tradimento per collaborazionismo e l’esilio in Danimarca, trovò rifugio nel sobborgo di Meudon, lì dove morirà. Ricordiamo pure che, al di là d’ogni ostracismo, Céline torna in libreria nel 1952 pubblicato dal più significativo editore francese, Gallimard. In Italia, pubblicato all’inizio degli anni ’80 da Guanda, uscirà il suo più violento pamphlet antisemita, “Bagatelle per un massacro”, mentre in Francia la vedova Lucette Almansor, morta nel 2019 a 107 anni, ne ha sempre vietato la pubblicazione.

Ha amato molto le ballerine, come appunto l’ultima compagna. Nei cahier sono raccolte le lettere che spediva alle sue amiche, dove parlava di tutto lo scibile possibile, anche di come debba avvenire un rapporto anale. Niente era escluso alla sua visione del mondo, non il racconto di una metastasi non quello della commozione, dell’addio. Un gigante. Rimpianto ancora adesso. I suoi autografi sono tra i più richiesti e preziosi del Novecento letterario.  

More

Serino: «Consiglio Céline agli scrittori di oggi, tipo Murgia e Saviano. Come lui, dateci l’amore dell’infinito»

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

CÈLINE 60

Serino: «Consiglio Céline agli scrittori di oggi, tipo Murgia e Saviano. Come lui, dateci l’amore dell’infinito»

Aldo Nove: «Céline oggi non potrebbe esprimersi, per la censura verso tutto ciò che non è idiozia»

di Aldo Nove Aldo Nove

CÈLINE 60

Aldo Nove: «Céline oggi non potrebbe esprimersi, per la censura verso tutto ciò che non è idiozia»

Tag

  • Culture
  • Louis-Ferdinand Céline
  • Fulvio Abbate

Top Stories

  • Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)

    di Riccardo Canaletti

    Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)
  • Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?

    di Riccardo Canaletti

    Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?
  • E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...

    di Matteo Cassol

    E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...
  • Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”

    di Leonardo Caffo

    Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”
  • Ma perché non mi sono ubriacato al release party del nuovo disco di Irama? Non ne ho idea. Il reportage...

    di Gianmarco Serino

    Ma perché non mi sono ubriacato al release party del nuovo disco di Irama? Non ne ho idea. Il reportage...
  • La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse

    di Cosimo Curatola

    La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse

di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Poveracci e orgogliosi. Con la sua "arte povera" Mario De Lillo ci vendica delle frustrazioni da influencer

di Gianmarco Aimi

Poveracci e orgogliosi. Con la sua "arte povera" Mario De Lillo ci vendica delle frustrazioni da influencer
Next Next

Poveracci e orgogliosi. Con la sua "arte povera" Mario De Lillo...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy