Damiano dei Maneskin più Manuel Agnelli leader degli Afterhours. Risultato: una bomba. Esplosa sul palco dell’Ariston e inesplosa nel corpo degli spettatori invisibili, seduti sul divano di casa muovendo un piede o una falange per poi iniziare con un sempre più veloce e scattoso ondeggiare del collo, come a desiderare di prendere parte a un’energia che salta in aria al pari di un campo minato indicato da apposite transenne, seppur all’interno di un parco giochi. “Ma che guardi dai, cambia!”, avrà detto senza dubbio il compagno di sofà di turno. Ma gli irremovibili, irrinunciabili e decisi amanti del rock non hanno ceduto, e con salda presa del telecomando hanno volato con le note della cover proposta dai due artisti. Si canta “Amandoti”, dei CCCP: e anche qui, ricordando il pezzo di Giovanni Lindo Ferretti, il celebre e controverso cantautore che Edmundo Berselli diceva “esser nato postumo”, salgono i brividi.
“Non avrai altro Manuel all’infuori di Agnelli”: sì perché, dall’impazzito riscontro social durante e dopo l’esibizione di ieri pare quasi che l’ex coach di X-Factor abbia infiammato, assieme ai vincitori dell’undicesima edizione del format, i fiori dell’Ariston a forza di ondate di energia. La sua, più fascinosamente e melanconicamente marmorea, unita a quella più giovane, adrenalinica e disperata di Damiano.
La loro esibizione in un festival quale quello di San Remo è come quando a una cena di gala sbuca da dietro il buffet un personaggio losco, che pare imbucato ma che poi diventa l’anima della festa anche solo con la sua presenza; la combo che nasce è come una cena di famiglia dove sai che pronuncerai solo parole come “grazie, prego, buonissimo ma sono piena” e poi ti ritrovi a cantare le canzoni della tua adolescenza con il fratello e la madre 60enne a suon di brindisi di Passito. Si perché, Manuel e Damiano, insieme riuniscono più generazioni in una lingua universale che conoscono davvero tutti, chi più chi meno e da mille e uno punti di osservazione: il rock.
Che iniezione di corporeità e fiducia, dopo il dolce e timido Fedez, sono stati i capelli fluenti di Manuel Agnelli a incorniciare un petto nudo che fa capolino da una giacca in pelle semiaperta. E il completo vittoriano di Damiano, poi: un vero grido di libertà struggente così come magistralmente interpretate le parole della cover. Che scossa, che punk: una boccata d’ossigeno durante un festival che viaggia un po’ a rilento. Comunque vada stasera, Marlena è senza dubbio tornata a casa e si è incollata alla Tv. Nel frattempo, alle gentili donzelle la “pelle è diventata splendida”, tra lo smalto nero di Damiano e la barba brizzolata di Manuelone nostro nazionale.