A chi piacciono i tormentoni estivi? A tutti e a nessuno, verrebbe da dire. Ogni anno ci propinano hit, canzonette da aperitivo, ritornelli da ripetere all’infinito - anche se, dell’estate 2025, tutto sommato ricorderemo giusto un paio di titoli, o poco più. E la musica rilassante, anzi forzatamente rilassante, messa praticamente ovunque? Non è che sia tanto meglio: spesso, infatti, l’unica cosa di cui avremmo bisogno è il silenzio. E Gino Castaldo, conduttore radiofonico e critico musicale, sembra saperne qualcosa. In un recente articolo su La Repubblica, l'esperto ha manifestato la sua stanchezza proprio nei confronti di quelle canzoni “che sembrano tutte uguali: tutto a volume troppo alto” che i lidi ci fanno ascoltare di continuo. Musiche popolari o note da lounge bar che arrivano nei momenti in cui l’unica cosa che si vorrebbe davvero fare è riposarsi, 'staccarsi dal mondo' a bordo piscina, in riva al mare, insomma ovunque, purché lontano da tutto.

Castaldo ripercorre le sue esperienze in spiaggia tra cover e hit, scrive: “La dura realtà da accettare è che il mio tenero e silenzioso luogo comune è stato brutalmente spazzato via e sostituito da un altro, molto più invadente e rumoroso: non c’è più una spiaggia senza musica”. Eppure l’esperto specifica. Parla chiaro. Lui la musica la ama infinitamente, vorrebbe solo “poter scegliere cosa, come e se ascoltare”. Così tra nostalgia, poesie del passato (come i tormentoni scritti da Battiato) e auspicabili silenzi, Castaldo, su Repubblica, ci fa riflettere su quanto spesso attorno, anche con i piedi nell’acqua, il suono ci assorba (o il rumore?). Sopratutto nei momenti in cui vorremmo solo ascoltare i nostri pensieri - non pensieri 'per volare', come scrive nella sua riflessione, 'verso lidi imprevedibili'.
