Canzoni a parte, lo spettro della pandemia accompagnerà anche questa edizione del Festival di Sanremo, per via dell'esplosione della variante Omicron, che ha portato a un notevole aumento di contagi, rinnovando i parametri delle regioni, che tornano preoccupanti. La stessa Liguria rischia la zona arancione, se non addirittura rossa, per cui il déjà-vu con quanto successo l'anno scorso è dietro l'angolo. Nell’annata 2021, infatti, anche il Festival perdeva i suoi connotati tradizionali per adattarsi alle circostanze, che non consentivano neanche l'ingresso del pubblico in sala, consegnando di riflesso ai pochi (pochissimi) passanti un Sanremo silenzioso e spettrale. In quei giorni sarà capitato a diversi di aggirarsi per le stradine della città, insolitamente silenziose e spoglie di quel clima di festa abituale che ogni anno anima la Riviera durante la settimana del Festival. D'altro canto, non poteva essere altrimenti, il Covid mostrava - proprio in quel momento - il suo lato più feroce, e anche Sanremo ne rispecchiava la stessa faccia.
A conti fatti, la storia sembra ripetersi anche questa volta, sebbene l'organizzazione Rai proceda spedita per la sua strada. A due settimane dal fischio d'inizio, il Festival sembra, infatti, ancora lontano dall'atmosfera piena di guai che si respira fuori dalla sua intoccabile bolla. L'Ariston viene quindi confermato in presenza (sono partite le prevendite), con il Sindaco che parla addirittura di Red Carpet di fronte al teatro (solita sfilata delle "star"). Salta dunque all'occhio quanto la macchina sanremese sia scollegata dalla realtà, e dribbli così audacemente sullo scenario "Liguria zona rossa", che pare invece sempre più probabile.
Dopo giorni di dubbi e timori, intanto, il nodo più complicato è stato sciolto, ufficializzando la presenza degli spettatori al 100%, in quanto il teatro ligure è stato equiparato ad altre location di spettacoli, dove è possibile accedere con super green pass e nel rispetto delle normative anti-Covid. Niente sedie vuote, insomma, per i cantanti di Sanremo, in barba ai vuoti dei concerti, che subiscono ancora un ridimensionamento di pubblico, e con buona pace di un settore - quello della musica dal vivo - ormai morente. Ma questa è un'altra storia, almeno così sembra.
Poco importa poi, anche dei commercianti, già sul piede di guerra per il possibile cambio di colore che porterebbe alla chiusura (o ridimensionamento) delle attività in un periodo di massima resa. A niente è servita, infatti, la richiesta della Confcommercio di far slittare le date del Festival. Rai e Amadeus non hanno ammesso eccezioni di alcun genere (ma salta nel frattempo la conferenza di presentazione pre–Festival), nonostante il rischio concreto - per inizio febbraio - di una quarta ondata.
Intanto, mentre l'organizzazione lavora all'aggiornamento del protocollo, approvato già lo scorso anno dal Cts (con percorsi diversificati per cantanti e orchestrali), la suggestione tanto surreale di una nave Costa Crociere, tenuta in piedi lo scorso anno per accogliere gli spettatori, diventa realtà a tutti gli effetti. Al suo interno (nella Costa Toscana, questa la nave designata) non troveremo però il pubblico, come da idea originale, bensì Orietta Berti (e forse Fabio Rovazzi), in collegamento per presentare gli ospiti e gli spazi musicali. Uno scenario già di per sé paradossale, che cade - quasi a sottolinearne la follia - nel decennale del tragico incidente della Costa Concordia.
Così, nonostante i contagi in picchiata e le ulteriori restrizioni, dal Regno di Sanremo le pensano proprio tutte per restare a galla, perché la priorità è salvare il Festival, a qualunque costo.