La convocazione è per le 20, con stampa e spettatori mezzi genuflessi al volere del buon Amadeus, che sceglie, quasi a cadenza serale, quando e dove centellinare informazioni sul prossimo Sanremo. A tre settimane dal fischio d’inizio, il conduttore che si avvia alla tripletta procede spedito, annunciando al Tg di Rai1 (in due collegamenti separati) Cesare Cremonini come secondo ospite (dopo Checco Zalone), e l'accompagnamento femminile del Festival. Dopo infiniti rumors sui papabili nomi, finalmente il direttore artistico vuota il sacco anche sulle donne dell'Ariston, ma attenzione: non chiamatele “vallette”, anche se di fatto a questo sono ridotte (da sempre) le donne in Riviera.
Di riflesso salta subito all'occhio il rispetto rigoroso del solito schema "comparsa donna - gnocca", che sia semisconosciuta o veterana stagionata poco importa. Nel mezzo Drusilla Foer, unica nota di colore, a fare un po' di (gradita) scena. Troviamo quindi ad aprire e chiudere l'inedito quintetto due attrici che in quanto a gnoccaggine, ai tempi andati, non avevano rivali. Da Ornella Muti, sogno erotico degli italiani di qualche decennio fa, e oggi rispolverata non si sa perché (al suo debutto a Sanremo), a Sabrina Ferilli nazionale (al suo bis al Festival), che frequentando in Tv Maria De Filippi si è trasformata un po’ nella macchietta di sé stessa. A fare da spartiacque tra la quota stagionata e la novella "figheira" la già citata Drusilla, alter ego dell'attore Gianluca Gori, vero intervento a sorpresa della kermesse, con l'intento di sdoganare (insieme a un po’ di ruffianeria) la fluidità sessuale sulla Rete “ammiraglia”, ma che probabilmente (vista la bravura) merita il palco più di tutte e quattro le altre compagne di ventura.
Ma veniamo finalmente alle ospiti di mezzo, che a livello popolare rappresentano due giganteschi: ma chi c***o sono queste? Una domanda che sarà balenata, senza dubbio, nella testa di almeno un italiano su due. Scoprendo le carte del presentatore, nella seconda serata, troveremo così sul palco Lorena Cesarini, la meno nota delle cinque, anche se gli appassionati di Suburra l'avranno riconosciuta in un baleno. È lei infatti che ha interpretato Isabel, la prostituta che fa innamorare Aureliano (il protagonista). Per l'attrice, la chance di affiancare il conduttore Rai è un'occasione irripetibile, per quanto il suo nome suoni familiare giusto ai fan della serie Netflix.
Nata a Dakar, da madre africana e padre italiano, Lorena (classe 1987) inizia la sua carriera nella recitazione piuttosto tardi, scegliendo di prendere lezioni solo ai tempi dell'università. Laureata in Storia Contemporanea - lavorava all'Archivio Centrale dello Stato, ma anche come cameriera per arrotondare - debutta sullo schermo nel 2014, con il film Arance & Martello di Diego "Zoro" Bianchi. L'anno seguente recita nel film di Pieraccioni, Il Professor Cenerentolo, e veste poi i panni dell'innamorata di Matilde Gioli in È per il tuo bene (2020), di Rolando Ravello (su Prime Video). "Si è fatta notare con la serie Netflix Suburra e porterà la sua energia sul palco dell'Ariston", ha promesso Amadeus. L'attrice romana sarà davvero pronta a uscire dalla nicchia e fare il grande salto? Staremo a vedere.
La quota “giovane gnocca” si raddoppia con Maria Chiara Giannetta, astro nascente fra gli attori italiani. La bella pugliese, destinata alla quarta serata del Festival, è una scommessa di mamma Rai. Dopo aver studiato recitazione nella sua città natale (Foggia), a 19 anni entra al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, un passo importante che le aprirà le porte del teatro e poi del cinema e delle fiction. A 21 anni ottiene una parte nella mitologica serie Don Matteo, dove è coprotagonista come Anna Olivieri (capitano dei carabinieri), ruolo che manterrà anche nella prossima stagione, quando Raoul Bova subentrerà nelle vesti del nuovo parroco (alias Uccelli di Rovo bis?) al posto di Terence Hill. La consacrazione arriva però con Blanca, che conquista a tutti gli effetti le simpatie dei telespettatori, anche per la caratterizzazione del personaggio (è rimasta cieca a dodici anni, ciononostante aiuta le forze dell'ordine a risolvere casi e misteri).
Insomma, due volti nuovi, anzi nuovissimi per l'Ariston, scelte che confidiamo non faranno rimpiangere il fiuto di Pippo Baudo per le donne del Festival, dove all'indubbia bellezza delle partner si associava una capacità di fare breccia nel cuore della gente. Perlomeno, ci siamo risparmiati (per ora) il jolly della moglie del direttore artistico, Giovanna Civitillo, relegata a inviata de La vita in diretta, dopo che ha abbandonato la carriera di ballerina. Nomi alla mano, insomma, si poteva senz'altro fare meglio. Ma siamo onesti, se Amadeus avesse voluto delle conduttrici, non solo sulla carta per intenderci, avrebbe preferito delle presentatrici vere e proprie. Una come Alessia Marcuzzi, per esempio, capace di fregargli, senza troppi problemi, anche la scena sul palco. Non era questo l’obiettivo. Meglio una valletta, pardon cinque co-conduttrici, che restino un passo indietro. Perché in fondo Sanremo è sempre Sanremo.