Tutto quel che dice Aldo Busi è vero, tutto quel che scrive Aldo Busi è sacro, tutto quel che fa Aldo Busi è limitato. Il suo limite è nella sua debolezza: la vita. Perché Aldo Busi, checché ne pensate e nonostante oggi ne compia 73, vivrà molto più da morto che da vivo. Aldo Busi è uno dei pochi giganti della letteratura italica. Frocio quando i froci potevi chiamarli froci (così si autochiamava lui stesso). Scrittore quando gli scrittori erano solo scrittori e non giornalisti e scrittori, fotografi e scrittori, qualcosa e scrittori...
Il primo libro che ho letto di lui è stato Casanova di se stessi. Mi veniva voglia di scrivere come lui: impossibile. Periodi e periodi senza punteggiatura oppure parentesi su parentesi aperte e richiuse righe e righe dopo e discorsi che buttava lì e riprendeva a distanza di pagine. Bellissimo. Una scoperta. E poi ci sentivi la bramosia di chi inizialmente era stato scartato ma poi aveva pisciato in testa a tutto il sistema librario nazionale. Poi Suicidi dovuti, altro capolavoro, Vita standard di un venditore provvisorio di collant e Cazzi e Canguri (pochissimi i canguri).
Quando ho fatto il Master In giornalismo venne a farci lezione il direttore della narrativa di Mondadori. Gli chiesi di Busi: ma Busi come è? È un gran titolista, sorrise. Vero, però fanculo. Come se i suoi titoli fossero più belli dei suoi libri. Busi sopravviverà al tempo, sarà a tratti messo da parte a tratti rivalutato a tratti osannato. Di quello lì invece non ho mai ricordato il nome. Di Busi tutti citano Seminario sulla gioventù. Ecco, quello non l’ho finito. Io invece consiglio Nudo di madre (manuale del perfetto scrittore): se avete voglia di scrivere anche solo un messaggio su Whatsapp dovreste leggerlo. È un librino ino ino ma denso, ci vuole il tempo di un succo all'aloe per digerirlo. Beato Busi. Ti auguro la morte, Aldo, perché le sopravviverai. Con profondo amore verso la letteratura, sia chiaro. Hai pure appoggiato la testa sulle tette di Moana, dai, che serve vivere di più…
ps: qui sotto gli auguri di Massimiliano Parente