Chi è la più intellettuale tra Maria Sofia Federico e Valentina Nappi (e la Elly Schlein)? È quanto ci stiamo domandando in questi giorni, in cui le due protagoniste del sexworkismo dibattono parecchio, di politica, di ruoli, di liberazione, di multigender, superando a sinistra la stessa segretaria del Pd (e il Pride) che in queste ore (ma sembra quasi non abbia fatto altro) arringa il Partito Democratico sugli stessi temi. L’intellettualità di Valentina Nappi è ben nota: Mowmag l’ha spesso ospitata come editorialista nelle sue pagine, e note sono le sue diatribe di critica d’arte con Vittorio Sgarbi. Ma adesso, questa nuova stella nascente del pensiero si sta imponendo per la versione forse più giovanile – ma non per questo meno efficace – dell’intellettualismo: l’attivismo, non solo di facciata, tanto da dichiarare di sentirsi “nata per fare la schiava”, e ogni intellettuale deve ubbidire a una morale interiore, all’imperativo caterogico kantiano (“il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me” – che sarebbe perfetto come titolo del primo lungometraggio di Maria Sofia Federico) e quindi essere schiavo delle proprie idee, soprattutto quando a queste idee si aggiunge l’attivismo che obbliga l’intellettuale al “fare” oltre che al “dire”.
E così, la partecipazione alla Rocco Siffredi Academy, dice la Federico, è una occasione per “allargare il mio bagaglio culturale”. E ha fatto male Rocco Siffredi, quando, durante l’autoprsentazione della Federico sui motivi che l’hanno spinta all’iscrizione all’Academy, le ha tappato la bocca proprio mentre partivano i ragionamenti sulla libertà, sul ruolo della donna, sull’importanza dell’autonomia delle scelte in un mondo eteronormativo. Ha fatto male, Rocco Siffredi, a impedirle di allungare il sillogismo, anche perché, ricordiamolo, la Federico, durante la sua partecipazione alla trasmissione Rai “Il collegio” aveva precisato: “Io non spero di cambiare il mondo. Sono convinta che lo farò!”. Gliela vogliamo dare o no questa possibilità di cambiarlo, il mondo?
Crediamo sia proprio per questa sua intellettualità che Rocco l’ha definita la nuova Valentina Nappi (anche se le intellettuali non sono automobili e non è che uno se ne prende una nuova e rottama la vecchia, e mi pare che la “vecchia” – si fa per dire – Valentina Nappi vada ancora benissimo). A questo punto, la Nappi, da par suo, è entrata nel dibattito, e, riferendosi alle discussioni tra Rocco e il padre di Maria Sofia Federico sull’indirizzo degli studi e su quali bagagli culturali allargare, ha prima affermato che “sono tutti bravi con il c*ulo degli altri”, poi, con molto savoir faire ha detto: “La Federico è più bella di me, ma ancora il bagaglio glielo devono allargare”, e infine, passando dalla cultura generale alla politica militante, ha osservato come sia strano che una donna, oggi, che permette a due uomini di decidere al suo posto (il padre della Federico e Rocco Siffredi), abbia il diritto di voto. Mi sembra che i temi siano parecchio simili a quelli affrontati dalla Schlein e criticati da una parte del Pd che vorrebbe magari spostare l’attenzione sul mondo del lavoro e sul futuro dei giovani, cosa che invece sia Maria Sofia Federico e Valentina Nappi fanno, dimostrando di avere un bagaglio culturale più largo di quello di Elly Schlein. Forse, per l’Italia, i tempi sono maturi per passare dal “campo largo” alla “camporella larghissima”.