A giudicare dal trailer, Challengers sembra a stento un film di Luca Guadagnino: meno lento di Bones and all, più caotico di Call me by your name. Con grande pubblico e flash di fotografi a fare da cornice alla vicenda che vede al centro Tashi (Zendaya), fuoriclasse del tennis destinata a diventare una di quelle atlete che passano alla storia. Icone, non solo sportive. “More than an athlete”, direbbero negli USA. Tashi è l’ago della bilancia dell’amicizia di altri due tennisti, Patrick e Art (Josh O’Connor e Mike Faist), entrambi innamorati di lei e disposti a troncare i rapporti pur di primeggiare in amore, oltre che sul campo. La donna, però, subisce un grave infortunio che la costringe ad abbandonare il suo sogno. Un salto temporale ce la mostra anni dopo, quando è sposata con Art ed è diventata la sua allenatrice. Si sfogherà, per il dolore subito, con il marito-allievo? Sfrutterà per questo l’imminente partita tra Art e l’ex-amico, ora rivale, Patrick? Oppure rimarrà anche lei coinvolta dalle conseguenze dei ricordi che riaffiorano, dal riaprirsi di vecchie cicatrici?
Tante chiavi possibili, tante domande. Tanta, tanta attesa nel vedere come Luca Guadagnino riuscirà a tenere insieme tutto questo. In un’avventura per lui nuova, in un mondo mai trattato, quello dello sport. Stavolta ha scelto Zendaya come protagonista della sua “commedia sexy sullo sport”. Attesissima anche per il secondo capitolo di Dune di Villeneuve, pare aver stupito tutti sul set: non sono state usate le controfigure, Zendaya è talmente brava da non averne bisogno. Come spiegato da Guadagnino a Variety, si è allenata per qualche mese con l’ex-tennista Brad Gilbert, vincitore del bronzo olimpico alle Olimpiadi di Seoul del 1988. Al contrario del fidanzato Tom Holland, in vacanza dopo l’uscita della serie The Crowded Room e dopo aver raggiunto l’accordo per il nuovo Spider-Man, Zendaya è instancabile e si dimostra capace di destreggiarsi in personaggi molto diversi. Forse, e questo è un bene, non ha ancora interpretato un ruolo che la imbrigli, che la tenga incatenata, nell’immaginario collettivo, a una determinata interpretazione. Così, in parte, accade per Holland e il suo Spider-Man, e forse, ma è tutto da vedere, a Timothée Chalamet con Paul Atreides nel prossimo Dune. Vedremo, anche se Timothée è un attore eccezionale e come tutti gli attori generazionali potrebbe non avere difficoltà nello scuotersi via le croste di un personaggio.
Zendaya e Timothée: il secondo ha già superato lo snodo “guadagniniano”, la prima lo sta per fare. I due attori più iconici di questa generazione accomunati da un destino. Dalle sabbie di Dune ai conflitti interiori del regista italiano. Guadagnino ha trovato un nuovo pretesto, stavolta il tennis, per spezzare i suoi protagonisti, cercare tra le insenature della mente quel rimosso, il residuo di un dolore. Ma ci sarà anche da ridere. Di nuovo: Challengers dovrebbe essere “una commedia sexy”. Anche se non è escluso che Guadagnino abbia voluto solo mischiare le carte. Una commedia senza lieto fine, forse. Di certo, è bastato un trailer per capire che sarà uno dei film, forse “il” film del 2023. Zendaya, un ménage à trois, il tennis. La risposta, dopo due anni, a Una famiglia vincente – King Richard con Will Smith. Sarà un anno intenso per Guadagnino, atteso al varco anche per il biopic su Audrey Hepburn e Queer, tratto dall’opera di Burroughs. Ma con Zendaya dalla sua parte, tutto è più semplice. Icona di una generazione, a neanche 27 anni può prendersi il mondo. Nello spazio senza limiti e sulla terra rossa di un campo da tennis. “Ti amo” sentiamo dire ad Art nel trailer. “Lo so”, risponde Tashi. Quale miglior modo di prendersi la corona, se non con la consapevolezza di stringere il cielo nella mano.