image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Come Chiara Ferragni,
sul fenomeno dell’inganno ottico,
ha edificato un impero

  • di Veronica Tomassini Veronica Tomassini

12 agosto 2023

Come Chiara Ferragni, sul fenomeno dell’inganno ottico, ha edificato un impero
Chiara l'imprenditrice da 30 milioni di follower. Chiara e i modelli di felicità semplici ma inarrivabili per la maggior parte delle persone. Chiara con Fedez, Leone e Vittoria fra ville, piscine, auto di lusso e la ricerca della perfezione che ci fa sentire tutti inadeguati. Chiara Ferragni vista da una grande scrittrice come Veronica Tomassini, che comincia la sua collaborazione con MOW per la rubrica "Deinfluencer" dove, con gli occhi di chi è abituato a concentrarsi su altre profondità (della cultura e della vita di tutti i giorni), prova a descrivere cosa rappresentano i veri potenti della nostra epoca: gli influencer. Ecco il primo capitolo

di Veronica Tomassini Veronica Tomassini

Mi si svela la pagina biblica di Qoèlet, non è mai una coincidenza con i testi sacri. Rifletto sul luccicante trompe l’oeil chiamato: Chiara Ferragni. Su di lei precipita la rifrazione del mondo accecato dai neon, da carillon brillanti che istigano dalla cima dei grattacieli un qualche faro morale, piuttosto forgiato nella morale direi, illividita o come sopravvissuta, la carogna di certi quadri di Otto Dix, potremmo definirla la coscienza nella contemporaneità che ammenda il vacuo alla fonte di una probabile futilità necessaria. Chiara e la sua vita, che condanna in prima istanza il giudizio, supera le fasi articolate da scranni di contesa, imperialisti, marxisti, socialisti, dualismi di una storia barbogia e impegnata che non ci riguarda più; figurarsi usare parolone come: lotta di classe; superamento dell’ipocrisia borghese; smacco al proletariato. Una faccenda che concentra più che altro intermittenze fatue; cristallerie; colori accecanti che restituiscano tutta la maestosità cinerina degli anni ’80, ad esempio, con certi videoclip dei The Power Station, sul piano sequenza, brani come Some like it hot. Fosforescenze violentissime, veloci, destinate a consumarsi nella brutalità del tempo rapido che non consegna profezie, a cui non chiedere udienza. Eccovi dinanzi l’impero glissato, costruito dall’imprenditrice al secolo l’influencer con 30 milioni di follower al soldo di un paio di infradito. I follower. O di una piscina a Ibiza su cui alcune piattaforme del negligee giornalistico dedicano circostanziate aperture di pagina. Nel gergo. Non chiediamo udienza al tempo, oggi, né invochiamo un sinedrio che indichi il reo e il correo, il primate di una involuzione, la caduta della Repubblica di Weimar. Per dire. I giorni di fine impero, sopra cui mani bianchissime su lenzuola funeree intessano merletti di strass. La Ferragni. Il clan Ferragni. Fedez. Leone. Vittoria. Paradigmi. Non più il nome che ordina le cose, l’universo e i suoi dimoranti. Patronimici, estensioni di forme gregarie e posticce di sfavillanti universi concentrazionari dove piomba la nostra capacità di desiderare, maldestra senz’altro, priva dell’adeguato dress code, acconciata come si può, come si deve. Al modo di una considerazione dell’esistenza svenevole, colta dal deliquio manierato di quel che non è ma che diventa, ipso facto, l’unico parametro dell’esatto contrario.

Chiara Ferragni agli Uffizi per Vogue
Chiara Ferragni agli Uffizi per Vogue

La casa a Ibizia. Il protocollo replica tutte le mondanità accorse nei secoli dei secoli a confermare l’eventuale assunto per cui elezione è selezione ma anche la noia nutrita dei sette peccati capitali. Una villa. Una piscina. Il mega wall. La perfezione. L’idea della perfezione che rimanda il pixel e che torna a noi auditori nel mulinello della compulsività mortificata, altrimenti: aberrazione. Sull’aberrazione intesa come il fenomeno dell’inganno ottico si può edificare un impero. Chiara propone modelli di felicità, una successione, con profili definiti, semplici a dire il vero, ma inarrivabili. Non edificazioni di mondi speciosi di bestie rare. Mondi facili, dai confini immodificabili, che tuttavia scavano fossati, intramezzo con l’inutile budello, perlopiù diseguale e inelegante, budello o bubbone che attiene agli altri cioè noi. C’è un personaggio di Tropico del Cancro, vive a Sulpice, laido e osceno, è stanco dice, “stanco di starsene seduto sul sedere tutto il giorno, della tappezzeria rossa”. Il budello inutile e borghese o ancor peggio il sottoproletario senza un briciolo di sussulto o passione. La sudicia modestia ha un antidoto nella stella effimera, Ferragni &Co, quotata in borsa. A noi, l’amaro nutrimento.

More

Sì, Chiara Ferragni, la Sicilia avrebbe bisogno di te. Non delle tue fotine: vai ad aiutare davvero. O...

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Situazione grave ma non seria

Sì, Chiara Ferragni, la Sicilia avrebbe bisogno di te. Non delle tue fotine: vai ad aiutare davvero. O...

No, Chiara Ferragni, non è vero che Barbie “da sempre è stata una donna emancipata”. E il merito è di un uomo: ecco chi e perché

di Niccolò Fantini Niccolò Fantini

Fempower

No, Chiara Ferragni, non è vero che Barbie “da sempre è stata una donna emancipata”. E il merito è di un uomo: ecco chi e perché

LoveMi, quando la beneficenza di Fedez & friends è una trollata parac*la

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

Il grande bluff

LoveMi, quando la beneficenza di Fedez & friends è una trollata parac*la

Tag

  • Culture

Top Stories

  • Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)

    di Riccardo Canaletti

    Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)
  • Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?

    di Riccardo Canaletti

    Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?
  • E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...

    di Matteo Cassol

    E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...
  • Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”

    di Leonardo Caffo

    Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”
  • Quando tutti erano cantautori impegnati lui era già avanti e parlava del futuro: disinformazione, gossip, pigrizia. Cosa ci resta di Ivan Graziani, l'Andrea Pazienza della musica

    di Riccardo Canaletti

    Quando tutti erano cantautori impegnati lui era già avanti e parlava del futuro: disinformazione, gossip, pigrizia. Cosa ci resta di Ivan Graziani, l'Andrea Pazienza della musica
  • La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse

    di Cosimo Curatola

    La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse

di Veronica Tomassini Veronica Tomassini

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Dardust: “Concerti sold-out per tutti? Mi sembra una gara a chi ce l’ha più lungo”. E sul Circo Massimo e l'autotune…

di Emiliano Raffo

Dardust: “Concerti sold-out per tutti? Mi sembra una gara a chi ce l’ha più lungo”. E sul Circo Massimo e l'autotune…
Next Next

Dardust: “Concerti sold-out per tutti? Mi sembra una gara a...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy