C’era una volta un Festival della Canzone Italiana. Ora c’è Sanremo, il più grande influencer hub del Paese. Qui non si vince più con le canzoni, ma con la capacità di generare un culto della personalità che farebbe impallidire certi guru della Silicon Valley. Merde d’artiste? No, merde d’ego. Il problema non sono le fanbase tossiche, aizzate come cani da guardia al solo fiato del loro idolo. Quelle ci sono sempre state, ma prima almeno avevano la decenza di non farsi chiamare “critici musicali”. Oggi, invece, i giornalisti accreditati nella famigerata Sala Stampa Lucio Dalla – una sorta di reality parallelo dove l’unica domanda concessa è “come ci si sente a essere bravissimo?” – hanno trasformato il giornalismo in una sessione di groupie con pass stampa. Lo ha scritto Davide Maggio su Dagospia: "Capita così di vedere giornalisti che si umilino a fare dimostrazioni di aspirapolveri sulle web tv di alcuni broadcaster; di vederli goffamente travestiti alle riffe natalizie organizzate da alcuni uffici stampa; di fare a gara per essere invitati in alcune giurie pur di assicurarsi il regalino della produzione".
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E così, mentre nei corridoi dell’Ariston si giocano carriere a suon di giurie truccate e pacchetti di visibilità, le polemiche post-Sanremo diventano più teatrali del Festival stesso. Prendi Elodie, che appena qualcuno osa fare una domanda non pre-confezionata, scatta come un bot su Twitter. L’ultimo giro di giostra? Il dramma di Giorgia, esclusa dalla top 5, e la solita litania sulle donne penalizzate dal patriarcato. "Succede così che chi qui scrive venga azzannato da Elodie per aver chiesto dei chiarimenti sui suoi comportamenti nella serata finale del Festival", sottolinea Maggio, ricordando come la cantante abbia evitato di rispondere con nervosismo. Peccato che a mettere Giorgia fuori dai giochi sia stato il televoto, ovvero proprio il pubblico che queste star costruiscono a tavolino. Eppure nessuno si sogna di sollevare una questione quando Marcella Bella finisce ultima dopo cinquant’anni di carriera. Strano, vero? "Ora, a prescindere dal doppiopesismo nei confronti di Marcella Bella – perchè lei sì, anche se è una donna, può essere ultima pure con 50 anni di carriera – sarebbe interessante ricordare ad Elodie che Giorgia è stata sempre prima per la sala stampa ed è stata penalizzata dal televoto", scrive Maggio, smontando la narrativa del patriarcato. Il problema di questi nuovi idoli social è che vivono dentro una bolla perfettamente costruita, alimentata da giornalisti zerbini e fan drogati di contenuti a ciclo continuo. Ma arriva sempre il momento in cui la bolla scoppia, e i numeri veri, quelli che non puoi photoshoppare, dicono che il pubblico non ha gradito. Quando succede, c’è chi accetta la realtà e chi invece piagnucola sui social. Indovina da che parte stanno gli artisti sanremesi?
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