No vuol dire no. Come società, lo stiamo imparando sempre di più. Ce l’hanno ripetuto recentemente (e hanno fatto bene) anche Vale LP e Lil Jolie, due giovani artiste che sul prestigioso palco dell’Ariston hanno esibito due grandi cartelloni gialli con un messaggio chiaro sul tema del consenso: “Se io non voglio, tu non puoi” Insomma, c’è poco da fare. No vuol dire no. A meno che tu sia Olly e a chiederti di spogliarti sia Mara Venier, si intende. In tal caso “no” vuol dire “certo, ti do il permesso di mettere le mani sul mio maglione e provare ad abbassarmelo con insistenza”. Evidentemente siamo noi a fraintendere le numerose sfumature della lingua italiana! Scherzi a parte, a che cosa ci stiamo riferendo? Domenica, un episodio andato in onda durante il programma televisivo Domenica In ha acceso (ma neanche troppo) il dibattito sul doppio standard mediatico quando si parla di molestie. Il protagonista di questa vicenda è il cantante Olly, che, ospite di Mara Venier, si è trovato in una situazione scomoda. La conduttrice, con il suo noto atteggiamento bonario e giocoso, da “zia” (concesso socialmente solo alle donne anziane), ha insistito più volte affinché il giovane artista si togliesse il maglione, arrivando persino a tentare di sfilarglielo con le proprie mani. Olly, probabilmente a disagio, ha opposto resistenza, ripetendo più volte “no” e cercando di gestire la situazione con un sorriso forzato.
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“Ma dai, Mara lo fa giocosamente con gli ospiti”. Può essere. È anche vero però che con la scusa della giocosità l’abbiamo vista numerose volte allungare le mani su ospiti maschi e l’abbiamo sentita spesso e volentieri fare allusioni sessuali su quanto fossero “boni” tali ospiti, Olly compreso. Proprio da qui nasce una riflessione: fino a dove ci si può spingere prima che un comportamento possa essere considerato molesto? A volte lo si capisce in modo palese e senza dubbio alcuno. Altre volte la linea di confine può essere meno chiara. Ciò che dobbiamo imparare a fare però è trattare tutti i casi simili fra loro allo stesso modo. Se non permettiamo a Carlo Conti di abbassare il vestito di Elodie mentre lei ripete “no”, allora non lo dobbiamo permettere nemmeno a Mara Venier. Se invece lo vogliamo permettere a Mara Venier, lo dovremo permettere anche a Carlo Conti. Ciò che dobbiamo essere bravi a fare è però utilizzare lo stesso criterio per tutti. Perché quest’ultimo dovrebbe variare al variare della molestia subita, non al variare del genere della persona coinvolta.
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