“Sto finendo le ultime cose per cercare di fare un po’ di vacanze - racconta Dj Ringo, al telefono dopo una lunga giornata di lavoro e pianificazioni - Io e la mia ragazza vogliamo fare un paio di settimane in giro in moto alla vecchia maniera, senza sapere dove andiamo e dove ci fermiamo. Partiamo con la mia Harley-Davidson Street Glide: comoda, si viaggia bene. Ormai sono sessantenne, stare su di una sportiva mi massacra la schiena”. Lo abbiamo chiamato per parlare di motori, mentre dall’Europa arriva una proposta che vorrebbe l’addio alle auto a combustione nel 2035 e si continua a discutere di Green Pass per contenere i contagi. Ringo risponde senza fare calcoli. Cita i grandi della musica e i film anni Novanta. Non si censura mai.
Pare che dal 2035, in Europa, verranno vendute esclusivamente auto elettriche. Le ibride, anche Plug-In, saranno bandite.
“Dunque, ne ho 60 adesso: quanti anni avrò nel 2035? - ride - sarò troppo vecchio e non penso potrò più usare le moto. Ma è una di quelle proposte a cui non riesco a dare troppo peso. C’è un lasso di tempo talmente grande tra ora e il 2035 che il mondo sarà tutt’altra cosa. Magari andremo in giro con le macchine a pannelli solari”.
È vero, spesso queste proposte così drastiche sono accompagnate da deadline lontanissime.
“Esatto, chi è che le prende sul serio? Il grosso rischio di Europa e Stati Uniti è quello di dover affrontare il futuro predominio cinese sulla produzione dei veicoli elettrici. Faccio questo programma su Italia1 che si chiama Drive Up, solo auto. E ultimamente guido un sacco di elettriche, recentemente mi è capitata una Porsche Taycan Turbo S. Una macchina spaziale. Però mi chiedo sempre come andrà a finire. Ho letto anche un’intervista ad Ivan Glasenberg, ex amministratore delegato della Glencore, la più grande azienda mineraria al mondo. Fa ridere, ma mi sembra di essere tornati indietro al primo Mad Max. Una banda di motociclisti assassini che combattono nel deserto australiano e si scannano tra di loro per un goccio di benzina. A me sembra che stiamo andando avanti per tornare indietro, diretti verso un mondo in cui tutti vanno a caccia del minerale per fare le batterie delle auto”.
Quindi è sempre la stessa guerra solo ancora più estrema rispetto a quella del petrolio?
“Il punto focale dell’elettrico sono le batterie. Ora siamo al punto che usciamo di casa col telefonino scarico e corriamo in un bar, in ufficio o chissà dove per ricaricarlo. Ma quando dimenticherai di caricare la macchina… Come cazzo farai? Io farei un film su questa cosa. Anche perché buona parte di queste materie vengono dal Congo, uno dei pochi stati con le materie prime. Indovina un po'? La Cina controlla il novanta percento del coltan tra raccolta e raffinazione, che in Europa non si può portare avanti per questioni ambientali. Mi sembra ci siano tutte le carte in regola per fare un Mad Max 2.0, solo che stavolta non ammazziamo per la benzina, ma per il coltan. Il nostro futuro, cari giovani, sarà scannarci per il coltan comandati dai cinesi. Io sto già preparando le armi”.
Come vedi lo sviluppo del Green Pass?
“Ti rispondo con un altro film: ti ricordi Total Recall? Vallo a vedere, con Schwarzenegger. Era un mondo digitalizzato in cui non c’era tempo per le vacanze e per sognare. Allora tu pagavi una vacanza in questa agenzia per, chessò, un mese alle Hawaii, magari anche con due signorine a disposizione. Ti sedevi in questa macchina e ti siringavano un chip nel cervello e poi il giorno dopo, al risveglio, era come aver fatto un mese di vacanza. Vedevi tutto. Poi il film prende un’altra strada, ma credo che stiamo andando in quella direzione. Saremo controllati come le pecore, anche se già lo fanno con le carte di credito. Come l’altro film, Truman Show. Ecco. Tra il primo Mad Max, Total Recall e Truman Show c’è della strana follia ma anche tanta verità. Detto questo non vado contro alle regole del Green Pass”.
Vaccino sì o vaccino no?
“Io penso che dovremmo vaccinarci. Per toglierci dalle palle il covid o per lo meno combatterlo. Perché senza la vaccinazione penso che saremo molto vulnerabili. Non sono un dottore, sono un cittadino come te, come mia figlia, come i nostri parenti, come tutti. E abbiamo il dovere di non essere pericolosi per gli altri. Io mi fido dei dottori. Quando metto un disco, consiglio un disco nuovo in radio, la gente si fida di me. Cerco di fidarmi dei dottori, dei giornalisti, dei politici. Io tiro i conti dopo le azioni e vedo chi mi ha fregato e chi no. Perché tanto il mondo va in due direzioni: chi ti fotte e chi non ti fotte. Col tempo, dopo tante inculate, cominci ad annusarle da lontano. Comunque ho anche fatto la seconda dose di Astrazeneca perché devo lavorare… Dovrò essere in America a fare interviste, incontrare i gruppi. Sai che noi di Virgin Radio i gruppi li abbiamo internazionali: Londra, Los Angeles, New York… Non abbiamo i Maneskin in casa”.
Cosa sono per te i Maneskin?
“Un ottimo surrogato di qualcosa. Hanno puntato molto sull’immagine. Una volta c’erano Bowie, Iggy Pop… Attenzione a puntare troppo sull’immagine perché può essere un’arma a doppio taglio. Ora il pubblico dei Maneskin è fatto da milioni di ragazzine arrapate che si eccitano alla sola immagine di lui a torso nudo. Milioni di click, di visualizzazioni. La domanda è: può bastare se non sei pronto a livello artistico per il futuro? Perché dopo queste gittate di click e social dovrà venire fuori il lato creativo e artistico e, al momento, mi sembrano molto vuoti sotto quell’aspetto. È inutile che continui a vestirti tu da donna e lei da uomo, queste cose le faceva già Bowie 40 anni fa. A chi ti vuoi avvicinare, al DDL Zan? Al politically correct? Benissimo. Poi però devi fare musica.”
È dura dire ‘Rock n’ Roll will never die’ rimanendo credibili.
“Ma si, perché ti metti mezzo nudo? Iggy Pop negli anni Settanta si è fatto arrestare in Italia perché era sul palco col cazzo di fuori. Vennero i celerini ad arrestarlo a Parma, mi ricordo. Lui era lì che diceva ‘chi è che viene sul palco a succhiarmelo?’. Voleva un ragazzo. Ma il bello è che era vero, l’avrebbe fatto veramente. Iggy Pop non tira fuori l’uccello per finta, in quel momento voleva un rapporto orale sul palco, l’avrebbe fatto. Non entro nel merito se fosse giusto o no, non spetta a me. Ma lo trovo molto punk”.
Certo. Iggy fa la rockstar e la polizia fa la polizia.
“I Maneskin sono pronti a questo? Io mi auguro che tirino fuori anche l’arte che c’è in loro non solo le foto e lo stile. Cazzo, Instagram ha rovinato un sacco di cose nella musica. Un sacco. La gente è convinta che se fai la foto con una Gibson in mano diventi l'Angus Young della situazione. E che se fai una foto con l’uccello in mano diventi Rocco Siffredi, ma non è così. Se vuoi fare Rocco Siffredi poi devi scopare e farlo in un certo modo. Oltre alla bravura ti servono le misure. È bello apparire, non ce l’ho coi social. Ma se fai un lavoro artistico dopo che hai finito il giro di foto da wannabe poi mi devi dimostrare il talento. Non è che se un grande fotografo mi scatta con un sacco di cibo in mano divento uno chef giusto perché la foto è bella. La verità è sempre la stessa: io non capisco un cazzo di cibo, a malapena riesco a tirare fuori i Findus dal freezer. Esatto, a sessant’anni ancora mi faccio i Findus. Tornando ai Maneskin, non penso di aver sminuito nessuno. Per ora sono un ottimo surrogato d’immagine, vedremo quando ci sarà da tirare fuori un album con le palle”.
Sempre che a qualcuno interessi ascoltarlo.
“Questo non sta a me dirlo. Lei in un’intervista dice ‘si, sono bisex, vado con uomini e donne’ ma, senza offesa, queste robe il le ho già sentite da tantissimi, non è niente di che. Prima o poi dovranno pensare alla musica”.
Finiamo di parlare, ci salutiamo. Quando Ringo legge l'intervista però, chiede di aggiungere una nota: "Si consiglia di leggere l'intervista ascoltando Ramones, Stray Cats o Johnny Cash".