A Don Winslow interessa una cosa sola: distruggere Donald Trump. Non gli importa della promozione di Broken, il suo nuovo libro, e non gli importa nemmeno rimettersi a scrivere.
Lo ha detto su Twitter almeno un milione di volte negli ultimi mesi: uno dei più grandi scrittori americani in attività ha posato la penna e tornerà a scrivere solo dopo la fine delle elezioni americane. Perché? Perché la sua campagna per la sensibilizzazione degli americani sul tema elettorale è più importante della sua carriera e il desiderio di vedere Trump non rieletto sembra diventato il suo motivo di vita.
Dopo la campagna contro la riapertura delle scuole in periodo di covid, diventata virale con l'hashtag #KeepYourChildHome, Winslow ha continuato la sua battaglia umiliando il Presidente degli Stati Uniti con la fantasia e l'acume tipici dello scrittore.
In alcuni tweet Trump è semplicemente l'Innominato, in altri è Il Diavolo o - se viene chiamato con il suo nome - seguono una serie di appellativi che, avvicinandoci alle elezioni, sono sempre più originali. Oltre ad averlo definito "il diavolo", Winslow ha accusato Trump di aver ampliato la pandemia con la sua ignoranza, aver incrementato il razzismo negli Stati Uniti e mandato a quel paese anni e anni di lotte sociali.
Lo scrittore è così imbestialito con il presidente che non usa soltanto la sua pagina Twitter per denigrarlo ma il tycoon si è anche trasformato nello pseudo protagonista dei suoi ultimi lavori. In Confine il presidente Dennison, è la copia (corrotta e legata ai Cartelli messicani) del presidente Trump. In Broken le sei storie raccontate, che usano il crime per indagare la realtà americana, certo non nascondono il filo che collega illegalità, polizia e violenza, allo strapotere dei politici americani.
Winslow però non è il primo né l'ultimo americano a odiare nel profondo Donald Trump, e non che lo stesso presidente faccia qualcosa per essere particolarmente amato. La tecnica stilistica con cui lancia i suoi insulti e il trasporto dello scrittore statunitense hanno però uno spessore ben diverso rispetto a quanti commentino le affermazioni del tycoon sui social.
Oltre all'essersi mosso con una campagna, da lui completamente sponsorizzata, per informare i suoi concittadini sulle posizioni del presidente, Winslow su Twitter non si dà pace: la sua, lo ha detto, è una vera e propria guerra.
E se sui social siamo ormai abituati a vedere l'approccio di Trump e del suo entourage repubblicano, il profilo di Winslow è l'altro lato della medaglia e la sua comunicazione è forse proprio ciò che manca ai democratici di Biden. Con i sondaggi che diventano sempre più confusi e lo scarto tra i candidati che inizia ad assottigliarsi, per battere il presidente bisogna iniziare a giocare con quell'aggressività che gli ha permesso di conquistare la Casa Bianca
E visto che con la gentilezza nessuno vincerà queste elezioni, serve qualcuno che sappia prendere il "diavolo" per le corna, proprio come sta facendo Don Winslow.